Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
Responsabilità editoriale di Advisor
Responsabilità editoriale di Advisor
Complici l’inflazione e le tensioni geopolitiche, è chiaramente iniziata una nuova era per i mercati finanziari. Da una parte, l’incertezza economica e l’instabilità delle Borse spingono gli investitori verso nuove fonti di rendimento e diversificazione. Dall’altra, è in atto un vero e proprio processo di democratizzazione che sta aprendo anche agli investitori individuali i cosiddetti “asset privati”, cioè opportunità non quotate sui listini, prima appannaggio esclusivo della clientela istituzionale.
Un esempio è rappresentato dagli investimenti nelle infrastrutture oppure nel private equity, come il finanziamento di start-up o piccole e medie imprese non scambiate in Borsa. Dopotutto i mercati pubblici rappresentano solo la punta dell’iceberg dell’ecosistema economico: il trend delle aziende che decidono di quotarsi è in discesa e i listini sono sempre meno rappresentativi del reale universo d’investimento.
Questo processo di democratizzazione sta accelerando in tutto il mondo – Italia compresa grazie anche a società d’investimento globali come Schroders – sostenuto da evoluzioni normative e innovazioni di prodotto. È il caso dei fondi di investimento europei a lungo termine, o ELTIF, un nuovo strumento di investimento collettivo del risparmio introdotto dall’Unione Europea nel 2015. Sono stati progettati per aumentare i finanziamenti non bancari a favore delle aziende che necessitano di capitale a lungo termine. Ciò testimonia come sia sempre più riconosciuta dalle istituzioni l’importanza del capitale privato come supporto al tessuto imprenditoriale, e quindi di volano per l’economia reale. La caratteristica propria dell’ELTIF è che almeno il 70% deve essere investito in veicoli non quotati, come piccole e medie imprese, progetti infrastrutturali o immobili.
"Una delle principali attrattive di un ELTIF è la possibilità di investire in settori dell'economia a cui gli investitori individuali non potevano accedere in precedenza. Ciò è particolarmente importante per le imprese europee di piccole e medie, spesso a conduzione familiare, che sono una fonte fondamentale di crescita e rappresentano un'ampia parte dell'economia”. Lo dichiara Tim Boole, head of product management – private equity di Schroders, colosso del risparmio gestito che dispone anche di una divisione dedicata ai mercati privati, Schroders Capital.
Ma quali sono i vantaggi per gli investitori? Sono diversi i fattori che rendono un ELTIF un investimento da considerare in un’ottica di diversificazione del proprio portafoglio e di potenziamento dei rendimenti. In primis, l’accessibilità: grazie a soglie di ingresso relativamente contenute, consentono di entrare nel mondo degli asset privati senza dover investire grandi somme o essere un investitore professionale. E permettono di farlo ricorrendo a team di specialisti, in grado di gestire opportunità d'investimento complesse con l'impiego di competenze adeguate. Un aspetto fondamentale è infatti quello della regolamentazione: gli ELTIF possono essere offerti solo da gestori autorizzati, e disciplinati, dalla Direttiva europea sui Gestori di Fondi di Investimento Alternativi. Danno inoltre la possibilità di sentirsi parte attiva di iniziative imprenditoriali come la nascita o la trasformazione di un’azienda, o anche di progetti nell’ambito della sostenibilità tra cui la transizione energetica.
È bene però ricordare che gli ELTIF presentano dei rischi e una complessità legati alla loro forma chiusa e alla natura prevalentemente illiquida: una volta acquistate le quote al lancio del prodotto non è possibile venderle fino al termine dell’investimento, il cui orizzonte temporale è di medio-lungo termine e generalmente pari ad almeno cinque anni. Possono esserci delle finestre di uscita nel corso del tempo, ma non sono garantite. Si tratta quindi di un investimento “paziente”, che può però ripagare l’attesa contrastando la volatilità di breve temine – e la relativa emotività degli investitori di fronte al saliscendi dei mercati – e permettendo di accedere a opportunità di rendimento esclusive. Sono sempre di più le società di gestione del risparmio che stanno lanciando prodotti di questo tipo, così come le banche che gradualmente si stanno attrezzando per offrirli ai loro clienti “affluent”. In ogni caso il consiglio è sempre quello di affrontare l’investimento con il supporto del proprio consulente di fiducia e in un’ottica di attenta pianificazione del portafoglio.
Responsabilità editoriale di Advisor
Ultima ora