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Responsabilità editoriale di Advisor
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Gli analisti continuano a rivedere al rialzo le stime di crescita per gli Stati Uniti e l’Unione europea. Possiamo quindi considerare alle nostre spalle lo spettro della recessione, soprattutto sul lato americano, o è presto per cantare vittoria? Sulla scia delle nuove stime di crescita per l’Ue, Alessandro Tentori, chief investment officer di AXA IM Italia, riflette sul fatto che in questo momento “good news” per l'economia può voler dire “bad news” per i mercati.
Il quadro macroeconomico sta cambiando e il processo di revisione al rialzo delle stime di crescita del Pil statunitense ed europeo continua. Per il 2023, le previsioni degli analisti di Wall Street uscite a metà febbraio sono in leggera ripresa (ma le cifre vengono continuamente riviste) e danno una crescita economica dello 0,6% con un’inflazione al 3,8% negli Stati Uniti.
Anche nell’area euro non si prevede più una recessione. Al contrario, il consenso prevede ora uno 0,2% di crescita e un’inflazione al 5,7%. Il dato positivo sulla crescita è stato una sorpresa, se ricordiamo che qualche settimana fa si prevedeva una blanda recessione, per non parlare degli scenari di recessione che si temevano a fine 2022.
Le revisioni al rialzo delle stime di crescita diffuse dalla Commissione Europea a febbraio vedono addirittura una crescita superiore alle attese non solo per l’Eurozona, ma anche per l’Italia. “Lo scenario sulla crescita si è fatto più rassicurante per l’Eurozona”, commenta Tentori. Tuttavia, i rischi non mancano. E quelle che sono buone notizie per l’economia - avverte Tentori - potrebbero non esserlo per i mercati.
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