Fipe-Confcommercio esprime "profonda
contrarietà e delusione riguardo al decreto emanato dal
ministero dell'Interno, che introduce nuove linee guida per la
prevenzione di atti illegali e situazioni di pericolo nei
pubblici esercizi".
"Siamo sconcertati non solo dal contenuto del decreto, ma
anche dalle modalità con cui questo è stato concepito: quale
prima associazione di rappresentanza del settore dei pubblici
esercizi, è inaccettabile che la FIPE non sia stata consultata.
Con l'adozione di questo decreto, si spostano responsabilità di
ordine pubblico, che spettano allo Stato, sulle attività che
svolgono un servizio per la cittadinanza", afferma Aldo Mario
Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio. "Le
attività sono già responsabili all'interno dei propri locali,
con organizzazioni strutturate per garantire la massima
sicurezza ai clienti. Abbiamo sistemi di sicurezza, attività di
formazione e prevenzione che rispondono alla nostra funzione:
accogliere e servire i cittadini. Ma non possiamo occuparci di
ciò che avviene all'esterno dei nostri spazi, perché non è
pertinente alle nostre responsabilità e funzioni".
Oltre a lamentare la mancata consultazione
dell'associazione, Fipe sottolinea inoltre come il decreto
preveda obblighi insostenibili per gli esercenti, quali
l'installazione di costosi sistemi di videosorveglianza e la
designazione di referenti per la sicurezza, imponendo ulteriori
oneri a un settore già gravato da pesanti costi e adempimenti.
La Federazione respinge l'idea che i pubblici esercizi siano
percepiti come luoghi di pericolo o eccesso. Al contrario, le
attività degli esercenti offrono un servizio alla cittadinanza,
sono luoghi di socialità e non di rischio. La funzione di ordine
pubblico è e deve rimanere una competenza esclusiva delle forze
dell'ordine. Addossare ulteriori responsabilità agli esercenti,
già schiacciati da obblighi gravosi, è una scelta che penalizza
l'intero settore.
FIPE chiede che il decreto venga rivisto, avviando un
dialogo trasparente e costruttivo con le organizzazioni di
categoria. Fipe resta a disposizione per contribuire a soluzioni
che tutelino sia la sicurezza pubblica sia le esigenze delle
imprese.
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