Delle imprese sociali presenti
nella regione Marche, le cooperative sociali rappresentano il
91% del totale: di tipo A (55,6%), che erogano servizi
sociosanitari e educativi, seguite da quelle di tipo B (35,4%),
che intervengono nell'inserimento lavorativo e sociale delle
persone svantaggiate, per finire con le cooperative ad oggetto
plurimo di tipo A e B (9%), che svolgono entrambe le attività e
che sono raddoppiate rispetto alla precedente rilevazione.
Il settore della cooperazione genera un fatturato di 359 milioni
di euro (in aumento di circa 100 milioni rispetto alla
precedente rilevazione). Il patrimonio complessivo ammonta a 83
milioni di euro, di cui 22,8 milioni di capitale sociale
(raddoppiato rispetto alla precedente rilevazione). La
distribuzione territoriale mostra che la provincia di Ancona ha
il maggior numero di cooperative sociali (29% del totale),
seguita da Ascoli Piceno (25%), Pesaro Urbino (21%), Macerata
(18%) e Fermo (7%). In termini di valori, la provincia di Ancona
si conferma la più rilevante, con il 44% del valore della
produzione; a seguire c'è la provincia di Pesaro Urbino, con il
25% del valore della produzione; poi Macerata (13% del valore
della produzione), Ascoli Piceno (13% del valore della
produzione), Fermo (5% del valore della produzione).
Nel triennio oggetto di analisi del Report presentato oggi alla
Loggia dei Mercanti da Camere Marche, le marginalità e, di
conseguenza, il valore aggiunto sono stati negativi con una
perdita media sul triennio 2019/2021 pari a 1,3 milioni euro.
"Le ragioni vanno rintracciate in diversi fattori. La crisi
pandemica: La necessità di riorganizzare i servizi, gestire
chiusure improvvise e prolungate, garantire la continuità dei
servizi essenziali, attivare nuove modalità di servizio e
affrontare l'aumento dei costi. Aumenti del costo del lavoro: Il
rinnovo del Ccnl durante l'emergenza sanitaria ha comportato
costi aggiuntivi senza un adeguato supporto pubblico per
l'adeguamento dei contratti. Aiuti insufficienti: Il sistema di
aiuti per l'emergenza sanitaria non è stato sufficiente a
coprire i maggiori costi sostenuti dalle cooperative sociali",
si legge nel Report.
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