L'ambasciatore russo nel Regno Unito, Andrei Kelin, ha dichiarato alla Bbc che il suo Paese dispone di "enormi risorse" e deve ancora "agire molto seriamente" in Ucraina. E ha sostenuto che la durata del conflitto "dipende dagli sforzi di escalation bellica intrapresi dai Paesi della Nato, in particolare dal Regno Unito". "Prima o poi, naturalmente, questa escalation potrebbe assumere una nuova dimensione di cui non abbiamo bisogno e che non vogliamo. Possiamo fare la pace domani", ha aggiunto.
"Vogliamo la pace. Vogliamo che l'Ucraina non rappresenti una minaccia per la Russia, questa è una cosa, e in secondo luogo che i russi in Ucraina siano trattati come tutte le altre nazioni del mondo. Come un francese in Ucraina", ha affermato Kelin, "è un grande errore idealistico pensare che l'Ucraina prevarrà. La Russia è 16 volte più grande dell'Ucraina. Stiamo solo difendendo le terre che sono sotto controllo e assistendo la popolazione russa laggiù. Stiamo ricostruendo il Donbass".
Stessi toni minacciosi dal ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, secondo il quale con i piani per fornire aerei F-16 a Kiev gli occidentali stanno "giocando col fuoco" che costituiscono "un'escalation inaccettabile". "Certamente si tratta di un'escalation inaccettabile. Spero che in Occidente ci siano persone ragionevoli che lo capiscano", ha dichiarato Lavrov, sottolineando che la Russia si aspetta che le persone
ragionevoli in Occidente abbandonino il loro "sostegno sconsiderato al regime neonazista" di Kiev.