A Nis, nel sud della Serbia, si è
conclusa nella notte una nuova grande manifestazione
antigovernativa con migliaia di persone, organizzata nella
giornata di ieri dal movimento degli studenti in agitazione,
nella ricorrenza dei quattro mesi trascorsi dal crollo del primo
novembre alla stazione di Novi Sad (nord) con un bilancio di 15
morti. Un tragico incidente attribuito all'incuria e alla
corruzione nelle alte sfere di governo e dell'amministrazione
pubblica e per il quale si chiede la punizione di tutti i
responsabili.
Non sono bastate le dimissioni a fine gennaio del premier
Milos Vucevic e i provvedimenti adottati dalla dirigenza in
risposta alle richieste degli studenti - pubblicazione di tutta
la documentazione relativa ai lavori di ristrutturazione della
stazione, rilascio di tutti gli arrestati nelle proteste,
punizione dei responsabili di violenze contro i manifestanti,
aumento del 20% del bilancio a favore di università e istruzione
superiore.
La protesta continua e si allarga, con l'appoggio di altre
categorie di lavoratori - in primo luogo insegnanti e
professori, agricoltori, avvocati, operatori culturali, normali
cittadini. E con l'appoggio tacito delle forze di opposizione.
Segno di un movimento di contestazione più ampio, prettamente
politico e che punta direttamente al presidente Aleksand Vucic,
accusato di non contrastare al meglio la corruzione, di scarsa
democrazia e controllo sui media.
La manifestazione di Nis - con raduni, cortei e blocchi
stradali in tutta la città, e migliaia di studenti giunti con
ogni mezzo da altre località - si è svolta pacificamente e senza
incidenti, e al termine è stato adottato un documento di valori
denominato 'Editto studentesco' in otto punti relativi ai temi
che sono ritenuti alla base della protesta: libertà, stato,
giustizia, gioventù, dignità, conoscenza, solidarietà, futuro.
In esso si sottolinea che la libertà è alla base della società
democratica, che le istituzioni devono essere al servizio del
popolo e operare secondo la legge, che i giovani chiedono un
sistema fondato sul lavoro e la conoscenza, insieme a
investimenti nella scienza e nel sapere, nell'istruzione e nella
cultura.
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