"Anche se le risorse maggiori sono
spostate sul 2026, lo stanziamento per l'indennità di
specificità infermieristica potrebbe rivelarsi un segnale
positivo. Il condizionale è d'obbligo perché naturalmente sarà
determinante capire se le risorse rientreranno o meno al tavolo
in corso all'Aran per il rinnovo del contratto". Lo afferma il
segretario nazionale del sindacato degli infermieri Nursind,
Andrea Bottega, dopo un primo esame del testo della manovra.
"Peraltro, in tema di risorse, accogliamo con favore anche lo
0,22 per cento in più che, nel nostro comparto, equivale a circa
57 milioni da inserire sul salario accessorio", prosegue
Bottega. "Si tratta di piccoli passi - aggiunge - che possiamo
dire di aver contribuito a compiere, con un dialogo a tutti i
livelli istituzionali che non si è mai interrotto da quando, a
luglio, abbiamo proclamato lo stato d'agitazione".
"La strada è ancora tutta in salita, però. Anche perché il gap
tra salari e inflazione è troppo profondo. Gli infermieri
restano tra le categorie che continuano a soffrire di più e
hanno quindi bisogno di interventi concreti. Inutile, infatti,
annunciare mega piani triennali di assunzioni di personale
sapendo che professionisti su piazza non se ne trovano. Proprio
perché ce ne saranno sempre meno - incalza il segretario del
Nursind - il Governo e adesso anche il Parlamento hanno la
responsabilità di aiutare seriamente questi lavoratori". A tal
proposito, Bottega spiega: "Stiamo anche lavorando, per esempio,
a una proposta sul fronte della detassazione di alcune voci
stipendiali accessorie che darebbero maggior riconoscimento alle
situazioni più disagiate della professione, a cominciare dal
personale turnista. Questo sì - conclude - che sarebbe un
segnale concreto di attenzione alla professione".
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