Quaranta minuti di autodifesa accorata all'insegna del garantismo e con la rivendicazione del lavoro fatto.
Ma che si concludono con parole che forse neanche nel suo partito tutti si aspettavano e certamente apprezzate. "A breve - scandisce la ministra Daniela Santanché in Aula alla Camera - ci sarà un'altra udienza preliminare e finora abbiamo solo sentito l'accusa. In quell'occasione farò una riflessione, per poter anche valutare le mie dimissioni. Sarò guidata solo dal rispetto del mio premier, del governo, della maggioranza ma soprattutto per l'amore per il mio partito dove certo io non vorrò mai diventare un problema ma continuare a essere una risorsa".
Dai banchi di FdI scatta un applauso e dal partito arriva, deciso, l'apprezzamento per una disponibilità, in nome dell'amore per FdI, che potrebbe sbloccare una situazione diventata complessa. "Va ringraziata - sottolinea il vicepresidente Massimo Ruspandini parlando a nome del gruppo - per quello che ha chiaramente detto al termine del suo intervento e cioè che, qualora venga malauguratamente rinviata a giudizio per la vicenda Inps, farebbe prevalere il cuore alla ragione e lascerebbe il suo incarico governativo per amore e rispetto di FdI e del presidente del Consiglio".
Per il momento Montecitorio respinge la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo con 204 no e 136 sì, dopo un pomeriggio teso fatto di accuse reciproche tra maggioranza e opposizione e con la ministra che attacca anche a partire dalle ultime accuse nei suoi confronti sulla vicenda delle borse contraffatte regalate a Pascale. Santanché che arriva presto alla Camera con una giacca rosso intenso e borsa griffata appoggiata sul banco del governo rivendica la sua volontà di essere quella che è: "sono l'emblema, lo rappresento plasticamente, di tutto ciò che detestate - accusa - voi non volete combattere la povertà volete combattere la ricchezza. Io sono il male assoluto" e "quella che porta i tacchi da 12 centimetri, quella del Twiga e Billionaire: il mio numero di telefono ed io sono la stessa persona... e mi fermo quà, perché sono una signora".
Parole dure alle quali le opposizioni replicano con rumoreggiamenti e battute. "Mentre lei viene qua a difendere le borsette - accusa la segretaria Dem Elly Schlein - chi difende gli italiani dalle bollette?". E ancora: "Noi odiamo la ricchezza?", dice il leader M5s Giuseppe Conte: "sa che cosa odiamo? La disonestà". "Vorrei tranquillizzarla - dice il leader di SI, Nicola Fratoianni - può vestirsi come le pare e dell'altezza dei suoi tacchi non ce ne frega nulla. Il punto vero preoccupante è un altro: la presidente del Consiglio Meloni continua a tutelarla". E' questo il punto sul quale si incentrano molti degli interventi delle opposizioni che chiedono conto in primis alla premier del perché la tuteli e non l'abbia fatta dimettere. "Meloni è una vigliacca", accusa Schlein. "E' ricattabile", dice Conte.
La tensione è alta in Aula. Tra i banchi del governo accanto alla ministra, arrivata alla Camera con tutto il suo staff e che avrebbe scritto il discorso in solitaria, Anna Maria Bernini, Luca Ciriani, Andrea Abodi. Al quale la ministra passa il cellulare dopo essere stata ripresa da Giuseppe Conte per aver risposto al telefono mentre lui parlava. "Mi piacerebbe potesse rinviare la sua telefonata ma vedo che l'educazione non è di questo mondo...", accusa Conte. Durante tutto l'intervento di Elly Schlein Santanché parla con il ministro della Cultura Alessandro Giuli seduto al suo fianco.
Giuseppe Conte è in piedi, vicino all'uscita, e alla fine applaude quando la leader Dem ricorda che l'opposizione ha firmato il documento partito dai pentastellati. In mattinata, intanto, a Montecitorio è andata in scena la discussione generale della mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio. In Aula il titolare di via Arenula e accanto a lui quello dell'Interno Matteo Piantedosi. A parlare solo esponenti dell'opposizione e la replica rinviata alla prossima seduta sull'argomento che potrebbe essere intorno a metà marzo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA