L'Italia comincia subito a raccogliere medaglie alle Paralimpiadi di Parigi, e in modo un po' inaspettato la prima è arrivata non dal nuoto, tradizionale terreno di caccia delle spedizioni azzurre, ma dal ciclismo su pista. Il bronzo conquistato da Lorenzo Bernard, guidato da Davide Plebani, nell'inseguimento è però anche un traguardo storico per il paralimpismo azzurro, essendo la medaglia numero 600 di sempre ai Giochi. "E una medaglia che vale tantissimo - dice Bernard, che prima del ciclismo si dedicava al canottaggio - io e Davide abbiamo lavorato per questo dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. E farcela è un sogno".
Il duo italiano, formatosi poco più di un anno fa ha infatti bruciato le tappe, presentandosi a Parigi con legittime aspettative e nella finale per il bronzo al Velodrome National di Saint Quentin en Yvelines ha completato la sua prova con il tempo di 4:04.613, staccando di oltre tre secondi la coppia olandese formata da Vincent ter Schure e da Timo Fransen. "Da quando ho avuto l'incidente in cui ho perso la vista il mio sogno era andare a gareggiare alle Paralimpiadi, non importa come - ha sottolineato ancora Bernard -. Prima del covid facevo canottaggio, poi ho cambiato sport e ora siamo qui con una medaglia. I sogni si avverano".
"La 600/a medaglia dell'Italia non rappresenta solo il nostro apice, perché ovviamente è solo un numero, ma rappresenta tutti e tutte quelle che che l'hanno fatta prima e tutto l'impegno che c'è negli atleti - ha detto invece Plebani -. Questa gara è un trampolino per noi, soprattutto per Lorenzo perché ovviamente l'atleta è lui. Abbiamo lavorato, ho cercato di farlo crescere nella maniera più veloce possibile per riuscire a essere competitivo e l'ho indirizzato alla pista perché era lo sforzo che gli si addiceva di più, e l'ha dimostrato". Ma per il duo bergamasco è solo l'inizio: domenica prossima settembre torneranno in pista per i 1000 metri, sempre su pista, poi mercoledì 4 settembre sarà la volta della cronometro su strada e venerdì 6 la gara in linea.
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