"Non ho mai sentito Giorgia Meloni parlare di complicità del fascismo, è la prima volta. Finora quello di cui la destra di origine fascista in Italia ha parlato sono le leggi razziali. Il fascismo andava bene fino alle leggi razziali e alla guerra". Lo dice all'ANSA la storica Anna Foa commentando le dichiarazioni della premier sul Giorno della Memoria in cui Meloni ha sostenuto: "un piano, quello condotto dal regime hitleriano, che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l'infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni".
"Ma il termine complicità è un po' vago. Come gli storici hanno provato e come i documenti mostrano, è noto a tutta la storiografia che gli arresti e le deportazioni, dopo il 30 novembre del 1943, in Italia sono stati affidati tutti agli italiani. È qualcosa in più di complicità, è deportazione fatta per i tedeschi. I fascisti di Salò hanno personalmente arrestato gli ebrei su indicazione della legge del '43 del governo di Salò" sottolinea la storica, il cui ultimo libro è 'Il suicidio di Israele' (Laterza). "Non ho capito bene quali siano le intenzioni di Meloni su questo" aggiunge.
In occasione dell'80/o anniversario della liberazione di Auschwitz Meloni ha anche sottolineato: "Combattere l'antisemitismo, in tutte le forme in cui si manifesta, antiche e moderne, è una priorità di questo governo". "Anche questo non lo avevo mai sentito dire come priorità. Che il fascismo sia stato antisemita non mi sembra sia possibile in nessun modo negarlo. L'antisemitismo è stato in Italia un fenomeno fortemente fascista e questo va tenuto in conto. Se Meloni per combattere l'antisemitismo intende combattere tutti quelli che criticano il governo di Benjamin Netanyahu e la posizione del governo di Netanyahu è un conto, se invece considera affrontare davvero - come quella dichiarazione sulla complicità fascista farebbe supporre - quello che è stato il fascismo e l'antisemitismo fascista, allora ben venga. Lascio credito e sono sempre contenta quando qualcuno mette in discussione delle affermazioni del fascismo" spiega Anna Foa.
La storica invita anche a considerare che "quest'anno il Giorno della Memoria è stato celebrato con maggior forza e con maggior conflittualità". "Credo che per la prima volta la memoria sia a rischio. Credo che il dibattito all'inizio di questa giornata, la posizione di una parte del mondo ebraico, metta a rischio la memoria. Se il governo, Giorgia Meloni, ha deciso di affrontare la questione in questo modo oppure se è soltanto un piccolo allargamento della colpa attribuibile ai fascisti in modo tale da rendere meno discutibile la memoria da parte della destra, questa è un'altra questione. Per me non è chiaro se questo rappresenti una svolta o no. Credo che certamente c'entri qualcosa con la conflittualità di cui è stato circondato quest'anno il Giorno della Memoria, anche con richiamo a Gaza e alle accuse di genocidio e a tutta una serie di altre cose che c'entrano con questa giornata, non sono fuori dal contesto". "Non so prevedere francamente in quale direzione si vada. Percepisco un attacco in qualche modo intricato, contradditorio alla memoria e alla Giornata in quanto tale, nel clima generale che ha circondato la celebrazione" dice Foa. Dall'altra parte, però, c'è stato, sottolinea, "un interesse e attenzione grandissima. Ieri e stamattina ero nelle scuole con tanti studenti e senza che nessuno abbia pronunciato parole antisemite".
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