"Per noi il Giorno della Memoria non è una giornata per dare una carezza agli ebrei, è una giornata per l'Italia e gli italiani, per le istituzioni, per un percorso di responsabilità. L'Antisemitismo non è un problema degli ebrei, ma della società". Lo ha detto la presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, in conferenza stampa nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi. "Grazie alla premier Meloni e al Governo per la coerenza di questi mesi - ha aggiunto -. L'abbiamo riscontrata nell'agire e nelle attenzioni prestate e non perché sia un Governo che ha un interesse specifico nel tutelare gli ebrei, ma perché gli ebrei sono cittadini italiani. Fanno parte della cultura italiana".
Di Segni ha poi anche spiegato: "La scelta con il Governo è quello di abbinare approfondimenti sulla strategia per contrastare l'antisemitismo. Cercare di capire se quanto vissuto sta succedendo ancora e ci sono segnali che ci dicono questo, anche con forme velate come i messaggi di odio".
"La sfida di memoria - prosegue Di Segni - riguarda i contenuti e la coerenza". "Coerenza che si appella alla dignità e al rispetto dei sopravvissuti verso i quali da un lato si esprime grande affetto e vicinanza, con pianto e commozione, e poi ci si gira e li si accusa loro, Israele e gli ebrei del genocidio parallelo. Genocidio, lager, affamare, nazista sono parole che hanno significati ben precisi incisi sulle nostre ferite e non possono essere lanciate per esprimere dissenso politico e denunciare fenomeni mai esistiti", ha aggiunto.
in merito alle scritte comparse la scorsa notte a Roma contro le Ong, per Di Segni "sono una risposta alla distorsione. Questa è la sintesi dei messaggi. Chi ha messo le scritte vuole dare una risposta alla distorsione". Condivide quel messaggio? "Non mi pronuncio ma credo che il dolore fa scrivere determinate cose, un dolore forte, fortissimo, di quello che subiamo ogni giorno. Ed è una delle distorsioni della Memoria usare queste cose su Israele, gli israeliani e gli ebrei", ha aggiunto.
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