Pavel Taussig porta inciso sulla pelle il numero che i nazisti gli tatuarono ad Auschwitz. Nel Giorno della Memoria non nasconde la sua inquietudine per l'ascesa di Alternative fuer Deutschland, un'ombra che gli ricorda i momenti più bui della storia.
"Non mi sarei mai aspettato di vivere di nuovo qualcosa di simile e spero che non si vada oltre", ha detto il 91enne ai microfoni dell'agenzia di stampa tedesca Dpa in occasione dell'80esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove accompagna il presidente Frank-Walter Steinmeier e il cancelliere federale Olaf Scholz alla cerimonia commemorativa che prenderà il via alle 16. Deportato ad Auschwitz con la sua famiglia dalla Slovacchia nel novembre 1944, poco prima del suo undicesimo compleanno, Taussig sopravvisse non solo al campo nazista, ma anche a una delle cosiddette marce della morte verso Mauthausen in Austria. Nel maggio 1945 venne liberato dai soldati americani nel campo di Gunskirchen. Oggi torna torna ad Auschwitz "a denti stretti".
"Ma lo considero un mio dovere", ha spiegato uno degli ultimi araldi della memoria, nella definizione di Liliana Segre, senza nascondere la difficoltà di "descrivere le condizioni reali" vissute nel campo: "le paure che avevo lì, la fame".
Nel 2018, fu pubblicato il suo libro 'The Boy Who Survived the Death March... and I Didn't Die', basato sulle annotazioni del diario che Taussig tenne poco dopo la sua liberazione. Secondo un sondaggio recentemente pubblicato dalla Jewish Claims Conference, il 12% dei tedeschi di età compresa tra 18 e 29 anni non ha mai sentito parlare dei termini Olocausto o Shoah: "Mi rattrista", ha detto Taussig.
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