"Ho già espresso in varie occasioni
la convinzione che il luogo dove affrontare simili argomenti è
il consiglio nazionale del Coni, per il rispetto che si deve
all'organo stesso e a chi ne fa parte. E sinceramente non
capisco per quale motivo nell'ultimo non si è fatta alcuna
menzione di tutto questo". Così Angelo Cito, presidente della
federazione italiana taekwondo, spiega all'ANSA la sua posizione
dopo aver scelto di non firmare la lettera inviata da 43
presidenti federali al Governo nella quale si chiede di
equiparare la normativa sul limite dei mandati per le elezioni
Coni a quella delle federazioni. "Ho poi ricevuto una telefonata
e una una bozza di lettera da parte di un membro della Giunta,
in cui mi veniva chiesto di firmare - prosegue Cito -.
Sinceramente ho ritenuto inusuale questo modo di procedere, e
soprattutto una delegittimazione del consiglio stesso. Oggi c'è
bisogno di trasparenza e rispetto reciproco. Spetta poi ora alla
parte politica chiarire una volta per tutte la questione, che
peraltro alla politica stessa e' ben nota. Ora tra l'altro
questa situazione sta monopolizzando l'attenzione e paralizzando
tutto".
"Nel mondo dello sport - è la conclusione del presidente Fita
- più volte ci siamo confrontati su questioni simili, come è
giusto che sia, ma lo si è fatto in seno al consiglio
nazionale, dando peraltro ampio mandato al presidente Malagó di
rappresentarci nei vari tavoli istituzionali".
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