Si è concluso oggi in Svizzera il
processo d'appello a Michel Platini e all'ex presidente della
Fifa Sepp Blatter, assolti in primo grado nel caso dei pagamenti
sospetti che hanno provocato la loro esclusione dal calcio
mondiale. "Ho cercato di preparare un messaggio finale, ma le
mie parole erano piene di rabbia, quindi alla fine ho preferito
non preparare nulla. Grazie per l'attenzione", ha detto il tre
volte vincitore del Pallone d'Oro, mentre Sepp Blatter aveva
appena confidato di sentirsi "come in un brutto film".
Il prossimo 25 marzo, la Corte d'appello straordinaria del
Tribunale penale federale di Muttenz deciderà il destino del
69enne francese e dell'88enne svizzero, che rischiano fino a
cinque anni di carcere per frode. Come nel primo processo del
2022, il procuratore Thomas Hildbrand ha chiesto per entrambi
una pena detentiva di 20 mesi con la condizionale, accusandoli
di aver frodato la Fifa di due milioni di franchi svizzeri (1,8
milioni di euro) nel 2011 con il pretesto di un "credito
inesistente" presentato da Platini. Secondo l'accusa, il
francese avrebbe "ingannato" l'amministrazione dell'organismo
calcistico, con l'aiuto di Blatter, presentando una "fattura
falsa" nonostante fosse già stato pagato per intero per il suo
lavoro di consulente dello svizzero tra il 1998 e il 2002. Gli
imputati, invece, da quando è venuta fuori la vicenda nel 2015,
insistono sul fatto di aver pagato tardivamente il "saldo" del
compenso pattuito nel 1998, in un momento in cui le finanze
della Fifa non permettevano all'epoca di pagare a Platini il
milione di franchi svizzeri all'anno che Blatter gli aveva
promesso "a voce".
In primo grado, i magistrati hanno ritenuto "alquanto
insolito" che un compenso così alto fosse stato deciso senza
alcuna traccia cartacea, senza testimoni e senza che fosse mai
stato accantonato nei conti dell'organismo calcistico mondiale.
Tuttavia, hanno assolto i due uomini con la motivazione che la
frode non è stata "stabilita con un grado di probabilità che
rasenta la certezza", sottolineando che la difesa dovrebbe
beneficiare di qualsiasi dubbio.
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