Tutelare nel mondo cyber libertà di espressione, privacy e discrezionalità del diritto penale: l'Italia potrà avere un ruolo importante come mediatore nelle discussioni che prenderanno il via nei prossimi mesi alle Nazioni Unite per formulare una nuova convenzione internazionale sul cybercrime. A dirlo è Matteo Lucchetti, direttore del centro di competenza nazionale di Roma sulla cybersecurity Cyber 4.0 in occasione della Cyber Crime Conference di Roma organizzata da Ict Security Magazine.
"La nuova Convenzione Onu sarà decisiva per una definizione di cybercrime condivisa e basata sul rispetto dei diritti fondamentali e su una visione di Internet come spazio aperto e libero", ha detto Lucchetti.
L'evento che riunisce alcuni dei maggiori esperti internazionali, ricercatori e industriali del settore vede come uno dei temi centrali quello dei diritti, in particolare il rischio che la cyber sicurezza si trasformi in un'arma, soprattutto in paesi afflitti da guerre o tensioni politiche, per restringere la libertà di espressione della privacy, della discrezionalità del diritto penale. Nei prossimi mesi le Nazioni Unite apriranno le discussioni per una nuova convenzione condivisa sul cybercrime per superare la precedente che risale a oltre 20 anni fa. "Per fronteggiare il cybercrime servono strumenti di cooperazione internazionale, basati su trattati legali, affinché le prove raccolte siano utilizzabili nei tribunali e non solo come informazioni di intelligence", ha osservato il direttore di Cyber 4.0. "L'Italia può fare molto per favorire le negoziazioni - ha aggiunto Lucchetti - dove in competizione ci sono una visione chiusa e statocentrica di Internet come un luogo di frontiere e quella di Internet come un luogo libero, inclusivo e di collaborazione".