Tutti i componenti togati del Csm -
unitamente al componente laico Roberto Romboli - hanno
depositato oggi, al Comitato di presidenza, richiesta di
apertura di una pratica a tutela della magistratura a seguito
delle esternazioni rese ieri dal ministro della Giustizia in
Parlamento. "Intervenendo in Parlamento per la relazione sullo
stato della giustizia il ministro Nordio, nel descrivere
l'attività del pubblico ministero, ha riferito di 'clonazioni'
di fascicoli, di indagini 'occulte ed eterne', di 'disastri
finanziari' descrivendo tali condotte come prassi diffuse e
condivise dalle procure della Repubblica", rileva il testo della
richiesta di apertura della pratica a tutela. Il ministro
Nordio, prosegue la richiesta dei consiglieri togati del Csm e
del laico Romboli, "ha poi spiegato come i pubblici ministeri
siano già 'superpoliziotti' che godono, però, delle garanzie dei
giudici proponendo così un'erronea ricostruzione dell'attività
del Pm e del suo ruolo nell'attuale assetto ordinamentale. Tali
esternazioni appaiono, inoltre, ancora più gravi perché
provenienti da uno dei titolari dell'azione disciplinare che ha
l'obbligo di segnalare e perseguire le condotte che egli, con
impropria e gratuita generalizzazione, pretende di attribuire
alla generalità dei pubblici ministeri italiani".
"I sottoscritti consiglieri ritengono che le parole del
Ministro - pronunciate, peraltro, in una sede istituzionale -
integrino un 'comportamento lesivo del prestigio e
dell'indipendente esercizio della giurisdizione tali da
determinare un turbamento alla credibilità della funzione
giudiziaria' e richiedono, pertanto, l'apertura di una pratica a
tutela dell'ordine giudiziario ai sensi dell'art. 36 del
regolamento interno".
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