Michelangelo e il rapporto con il
potere raccontato in una mostra con oltre 50 opere tra sculture,
dipinti, disegni, lettere autografe e calchi in gesso. Tra
queste, direttamente dal Bargello, il celebre busto di Bruto: è
la prima volta nella storia che viene esposto a Palazzo Vecchio.
La scultura nasceva come un omaggio di Donato Giannotti al colto
cardinale Niccolò Ridolfi, sostenitore di un modello governativo
repubblicano di impianto popolare, che aveva esaltato Lorenzino
de' Medici quale "novello Bruto". L'esposizione, dal titolo,
'Michelangelo e il Potere', a cura di Cristina Acidini e Sergio
Risaliti, si sviluppa tra la Sala delle Udienze e quella dei
Gigli, dove si trovano, tra gli altri, i ritratti di Girolamo
Savonarola di Fra' Bartolomeo, di Pier Soderini attribuito a
Ridolfo del Ghirlandaio, di Leone X con i cardinali Giulio de'
Medici e Innocenzo Cibo, sempre del Bugiardini.
A rappresentare i diversi rapporti di Michelangelo con i
potenti figurano opere come il disegno raffigurante un Torso di
nudo di spalle, studio per la Battaglia di Cascina, quattro
'disegni di fortificazioni', eseguiti dall'artista nel periodo
dell'assedio di Firenze al servizio della Repubblica, e due
'disegni progettuali' per il complesso di San Lorenzo, uno per
la facciata della Basilica e l'altro per la Biblioteca
Laurenziana. A prestare le opere, Gallerie degli Uffizi, i Musei
del Bargello, la Fondazione Casa Buonarroti, la Fundación
Colección Thyssen-Bornemisza e le Gallerie Nazionali d'Arte
Antica di Roma. L'inaugurazione venerdì prossimo, la mostra
resterà aperta al pubblico fino al 26 gennaio 2025.
Per la sindaca di Firenze Sara Funaro "è significativo che
questo percorso prenda forma qui, in un palazzo che nei secoli
ha visto avvicendarsi la storia con la S maiuscola e il potere
di una dinastia che ha segnato in modo indelebile anche la
contemporaneità, la dinastia medicea". "Abbiamo la possibilità
di approfondire una cosa nuova, e cioè il rapporto fra l'artista
e il potere", ha detto l'assessore alla Cultura Giovanni
Bettarini. "Anche le opere d'arte più celebri e i documenti più
noti possono esprimere nuovi significati, quando vengono
inseriti in un contesto che esalta certi loro aspetti,
abitualmente difficili da percepire", il commento di Acidini,
mentre Risaliti spera che l'arte di "Buonarroti contribuisca a
risvegliare gli spiriti liberi, ad alimentare ideali di pace, il
desiderio di bellezza".
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