'La prima volta che sono salito
sul palcoscenico ho capito che la danza era il mio modo di
comunicare. Danzando abbiamo il potere di far emozionare la
gente, che vive un momento che non dimenticherà mai. In quel
momento sei sul palco e stai dando tutto te stesso per il
pubblico''. Si racconta così Sergio Bernal, primo ballerino del
balletto nazionale di Spagna e da molti definito il 're del
flamenco', a Firenze ospite speciale della kermesse
DanzainFiera. Stella del Gala conclusivo, in programma domenica
pomeriggio, Bernal ha anche parlato della sua carriera e del suo
tour in Italia, che partirà il 28 febbraio.
' ''Nella vita di un ballerino ci sono anche tanti momenti
difficili - racconta - ti guardi allo specchio e sai che puoi
fare meglio. Il corpo ti fa male, ci sono tante paure. Ma un
ballerino deve essere una macchina da guerra, deve lavorare col
corpo''. E così ha fatto, tanto da arrivare ad eccellere sia nel
classico che nella danza spagnola, una cosa rara a quel livello
di professionismo.
Tutto questo sarà parte del suo tour italiano, che celebra
la sua carriera. Saranno 17 serate. La prima il 28 febbraio a
Trieste, per finire il 29 marzo a Brescia (presenterà due
spettacoli, 'SeR' e 'Una noche con Sergio Bernal'), passando il
27 marzo a Roma. Per alcune date si avvarrà anche della
collaborazione dello stylist Nick Cerioni per i costumi di
scena.
Un sogno? ''Ballare all'Arena di Verona, oltre che tornare
alla Fenice di Venezia'', ha risposto. Di recente ha anche
debuttato nel cinema, nel film The Opera (di Davide Livermore e
Paolo Gep Cucco). ''Mi piacerebbe tantissimo lavorare con Pedro
Almodovar - ha confidato nella visita fiorentina - E' un'icona
per me. Ho avuto l'opportunità di conoscerlo e mi piacerebbe
lavorare con lui''.
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