Fattori ambientali, come il
riscaldamento globale, l'aumento degli incendi, le tempeste di
sabbia e polvere, insieme agli inquinanti e ad altri fattori
come i nuovi stili di vita alterano le risposte immunitarie e
provocano un aumento delle patologie allergiche, le malattie
autoimmuni e le patologie oncologiche. E' quanto emerge dal
lavoro scientifico pubblicato su Frontiers in Science
(https://www.frontiersin.org/journals/science/article-hubs/immun
e-mediated-diseases-climate-change), frutto di una
collaborazione tra i maggiori esperti internazionali in materia.
Tra loro anche Lorenzo Cecchi afferente alla struttura di
allergologia e immunologia dell'ospedale di Prato, unico centro
italiano coinvolto nel lavoro di messa a punto della letteratura
scientifica sugli effetti del cambiamento climatico sulle
malattie immunomediate.
"Anche una ridotta esposizione alla diversità microbica,
dovuta anche al continuo impoverimento della biodiversità -
spiega Alessandro Farsi, direttore del reparto di allergologia -
compromette lo sviluppo immunitario tollerogenico portando a
quella disregolazione immunitaria che sta contribuendo
all'aumento di queste malattie. Gli effetti sono particolarmente
importanti sulle malattie allergiche respiratorie come rinite ed
asma". Lo conferma anche l'aumento delle prestazioni cliniche e
diagnostiche richieste all'ospedale di Prato. Nel 2023, spiega
l'Asl Toscana centro, sono state quasi duemila in più (1824)
rispetto al 2022 quando furono 21.391. Per evidenziare il
notevole trend in aumento, l'Asl evidenzia che nel 2021 le
prestazioni erano state solo 7.998. "Il trend di aumento -
continua Farsi - sta continuando anche nel 2024, sia per le
richieste di prestazioni che per le conferme di forme
allergiche. L'aumento ci sarà anche in futuro, per questo
servirà un ragionamento 'One Health', ovvero un nuovo approccio
sanitario che non consideri soltanto gli aspetti clinici ma
anche i fattori ambientali".
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