Insegnare ai bambini a riconoscere
i sintomi dell'ictus e accrescere per tutti la consapevolezza di
quanto sia importante intervenire tempestivamente in tale
emergenza sanitaria. Questo l'obiettivo di Fast Heroes,
iniziativa internazionale educativo-didattica, portata avanti in
Italia da Alice Italia (associazione per la Lotta all'ictus
cerebrale), rivolta agli studenti delle scuole primarie per
insegnare ai bambini a identificare i sintomi e agire in modo
rapido chiamando il 112.
Il progetto, promosso dai dipartimenti Emergenza urgenza e
educazione alla salute della Asl Toscana Sud Est, insieme
all'Ufficio scolastico provinciale, è stato presentato
all'auditorium dell'ospedale San Donato e coinvolgerà gli
Istituti comprensivi della provincia di Arezzo. I dati, si
spiega, dicono che circa la metà dei pazienti ha nipoti piccoli
con cui trascorre almeno due pomeriggi a settimana. Di qui lo
spunto che i bambini possano diventare veicoli
dell'informazione. La campagna Fast Heroes prevede che nelle
classi di tutta la provincia di Arezzo siano messe in campo
diverse attività che insegnano ai bambini a individuare i tre
sintomi più comuni dell'ictus: il lato del viso che
improvvisamente cade; la perdita di mobilità di un braccio o di
una gamba; e la difficoltà nel parlare. "I bambini possono
essere di grande aiuto - spiega Simone Nocentini, responsabile
di area dipartimentale emergenza territoriale 118 -. Stimolare
il loro interesse è un catalizzatore per le famiglie, e in
particolare dei nonni, che per età sono i più esposti all'ictus.
Per contrastare il fenomeno serve una grande tempestività nel
riconoscere i sintomi e nell'intervento, dobbiamo essere quindi
consapevoli che tutti noi siamo le prime sentinelle attive che
mettono in moto la complessa macchina dei soccorsi". "È
fondamentale il coinvolgimento diretto da parte degli studenti
delle scuole primarie e dei docenti - commenta Lorenzo Pierazzi,
dirigente dell'ufficio di ambito scolastico territoriale di
Arezzo -. Se adeguatamente stimolati, i bambini possono
comprendere la patologia associata all'ictus e sviluppare una
maggiore empatia oltreché essere un supporto fattivo".
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