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Centro tutela contro le discriminazioni, 229 contatti registrati

Centro tutela contro le discriminazioni, 229 contatti registrati

49 sono le persone hanno segnalato casi di discriminazione

BOLZANO, 05 giugno 2024, 11:40

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono 229 i contatti registrati nel 2023 dal Centro di tutela contro le discriminazioni, che in 165 occasioni ha fornito agli utenti consulenza e supporto giuridico su tematiche riguardanti la discriminazione e più in generale sulla parità di trattamento. 49 sono le persone hanno segnalato casi di discriminazione - a tutto questo si aggiungono consulenze telefoniche e a margine di eventi: è quanto ha riferito questa mattina al plenum Priska Garbin, responsabile del Centro, presentando in Consiglio provinciale la Relazione sull'attività 2023 dell'organismo di garanzia.
    La consulenza e il supporto a persone vittime di discriminazione sono il fulcro dell'attività del Centro che è diventato operativo due anni fa. Durante l'anno appena trascorso, ha riferito Garbin, le richieste più frequenti hanno riguardato l'ambito delle persone con disabilità e in particolare il tema delle barriere architettoniche, che rimane una questione prioritaria. Al secondo posto per numero di segnalazioni ci sono le questioni relative a razzismo e discriminazioni sulla base dell'appartenenza etnica. Mentre per questi ambiti le tutele giuridiche sono ben chiaramente definite dalla legislazione statale, e con riguardo alle disabilità anche dalla legislazione provinciale, per tutti gli altri tipi di discriminazione il nostro sistema giuridico presenta lacune normative. La parità di trattamento è tutelata in modo frammentario e ciò è anche dovuto al fatto che in Italia, a differenza della Germania, non esiste in proposito una legge organica cui il Centro antidiscriminazioni possa appellarsi nei suoi interventi. Per questo, nella relazione Garbin esprime con forza la richiesta che sia varata una legge organica sulla parità di trattamento.
    "L'esperienza", ha detto Garbin, "dimostra che sebbene tutti vivano ormai in una società variegata, come società ci si interroga poco su come favorire la convivenza in tutti i vari ambiti di vita. Spesso manca la consapevolezza delle dinamiche sociali e dei rapporti di forza connessi alla diversità, ma anche delle discriminazioni concrete che essa suscita: è proprio questa, però, la base per una società stabile e democratica in cui la coesione sociale e i diritti umani vengono rispettati e vissuti, affrontando positivamente le numerose e complesse sfide del futuro". Pertanto, ha concluso la responsabile del Centro di tutela contro le discriminazioni, "c'è ancora tanto lavoro da fare".
   

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