(di Alessandra Magliaro)
Una piccola storia di amore, legami
familiari, tradizioni, "un'omelia montanara" al di fuori del
tempo, girata con rigore estremo, con attori in gran parte non
professionisti, scelti uno ad uno fin nei più piccoli ruoli, il
dialetto della Val di Sole senza il quale avrebbe perso la
giusta musica. È Vermiglio di Maura Delpero, che dopo aver
trionfato a Venezia con il secondo premio, il Leone d'argento -
Gran premio della giuria, raccogliendo i favori pressoché
unanimi della giuria presieduta da Isabelle Huppert, è ora il
film designato dall'Italia alla selezione per l'Oscar per il
miglior film internazionale.
Una partita immensa per un piccolo film d'autore duro e puro
e dunque ad alta resistenza, ma tutta da giocare perché la
potenza della storia, una distribuzione americana sono decisivi,
specie nella categoria dell'Oscar straniero. Entrerà nella short
list Vermiglio il 17 dicembre? È quello che hanno ritenuto i
membri della commissione di selezione che si sono riuniti oggi
alle 11 all'Anica, uscendone circa un'ora e mezzo dopo con quel
titolo.
Una sorpresa? I giochi, rispetto al favorito della vigilia
ossia Parthenope di Paolo Sorrentino, già premio Oscar per La
Grande Bellezza e già in nomination nel 2022 con È stata la mano
di Dio, hanno iniziato a cambiare la notte dei leoni il 7
settembre, quando all'indipendente Delpero è andato il secondo
premio. Come potevano i commissari non tenere conto del Gran
Premio della giuria? Lì Vermiglio ha messo il turbo e le voci
che oggi ce l'avrebbe fatta hanno cominciato a girare.
Con eleganza Paolo Sorrentino spegne subito a caldo eventuali
polemiche e commenta: "Sono molto contento che l'Italia abbia
scelto Vermiglio e lo dico con assoluta sincerità. Vermiglio è
un ottimo film e io auguro a Maura Delpero un lungo e bel
cammino in questa avventura memorabile che è la corsa
all'Oscar". Una corsa a tappe: dopo il 17 dicembre, che è la
prima meta, il 17 gennaio c'è l'annuncio delle nomination,
mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los
Angeles il 2 marzo 2025.
Vermiglio è un piccolo film d'autore, rigoroso, come la
stessa regista ha sottolineato accettando il Leone d'argento, un
film produttivamente aiutato dai fondi pubblici i cui meccanismi
oggi sono in revisione con grande contrarietà di tutto il
settore. Costato 4 milioni di euro, è una produzione in parte
della stessa regista con la neonata Cinedora e con Rai Cinema in
coproduzione con Charades Productions e Versus Production che
Lucky Red sta distribuendo dal 19 ottobre in poche sale, 25,
divenute a grande richiesta 70. Ha trovato anche una
distribuzione sul mercato nord-americano, negli Stati Uniti e in
Canada con Sideshow e Janus Films. Certo, si può osservare che
il blasonato Parthenope, con un cast corale in cui c'è tra
l'altro Gary Oldman, ha una distribuzione fortissima americana
con A24, una produzione con dentro persino Saint Laurent, e
sulla carta poteva funzionare.
Con Martina Scrinzi, Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico,
Roberta Rovelli, Sara Serraiocco, il film di Delpero racconta
della vita nel paesino di Vermiglio nell'ultimo anno della
seconda guerra mondiale, quando in una grande famiglia torna dal
fronte un figlio soldato insieme ad un commilitone siciliano che
si rifugia da quelle parti dopo aver disertato. Un 'corpo
estraneo' che per un paradosso del destino fa perdere la pace,
nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.
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