L'avvocato Gerhard Brandstätter,
difensore di Luis Durnwalder, ha fatto opposizione alla notifica
del decreto di citazione a giudizio dell'ex presidente della
Provincia, in quanto redatto in lingua tedesca. In altre parole
l'avvocato e l'imputato, pur essendo entrambi di madrelingua
tedesca, hanno chiesto l'annullamento dell'atto e la sua
sostituzione con un decreto in italiano, cioè nella lingua che
essi avevano scelto in precedenza. La giudice Giulia Rossi si è
riservata di decidere, nella prossima udienza del 13 novembre,
se accogliere o meno questa richiesta. In caso di accoglimento,
il procedimento dovrà ripartire da un nuovo giudice e questo
comporterà un ritardo di alcuni mesi. Il rifiuto da parte della
difesa della notifica in tedesco può apparire a prima vista
surreale ma è necessario, al riguardo, ricordare le norme sul
processo bilingue in Alto Adige: la scelta della lingua del
processo, da parte dell'imputato, è infatti libera e scollegata
dalla sua appartenenza ad un gruppo etnico. Il motivo della
scelta dell'italiano, in questo caso concreto, sarebbe comunque
da ricondurre alla volontà della difesa di farsi affiancare, più
avanti, anche da un avvocato di lingua italiana. Spetta ora alla
giudice decidere, considerando tra i vari elementi anche il
fatto che lo stesso Durnwalder avrebbe indicato di preferire
proprio la lingua tedesca in occasione della notifica, a
domicilio, dell'avviso di garanzia. La vicenda si riferisce a
un'indagine per falso in atto pubblico: Durnwalder aveva chiesto
di poter rateizzare il pagamento di una somma di 27mila euro di
danno erariale, conseguente ad una condanna inflittagli dalla
Corte dei conti. Secondo la Procura Durnwalder non avrebbe avuto
diritto a chiedere la rateizzazione in quanto sarebbe un'opzione
concedibile solo in base a determinate condizioni di emergenza
finanziaria.
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