A Trento è in corso la cerimonia di
laurea per 550 neolaureandi dell'ateneo, che in quest'anno
accademico conta circa 17.000 iscritti. "Quest'anno siamo
leggermente cresciuti, e questo ci fa piacere, perché in una
fase in cui il calo demografico si fa sentire la preoccupazione
è non calare. Per ora le cose sono soddisfacenti. Vedremo nei
prossimi anni", ha commentato all'ANSA il rettore Flavio
Deflorian a margine della cerimonia.
Sul fronte alloggi, ha precisato Deflorian, da un lato c'è
"l'edilizia che riguarda i servizi agli studenti, che è
competenza di Opera Universitaria, e sulla quale abbiamo le
carenze che conosciamo. Stiamo lavorando su nuovi studentati e
sul privato per offrire maggiore disponibilità di alloggi". In
seconda battuta c'è l'edilizia universitaria, con le aule dove
si studia e si fa ricerca. Un patrimonio "che ha bisogno di
risorse per essere adeguato e mantenuto anche in maniera
straordinaria in alcuni casi. Di questo stiamo parlando con la
Provincia".
Per quanto riguarda la decisione di togliere il test
d'ingresso alla facoltà di Medicina, Deflorian ha ribadito che
si tratta di "procedure che non sono ancora definite perché il
disegno di legge dà delega attuativa a tutta una serie di
decreti" ma che "appare insostenibile in questo momento il
modello su cui ci si basa, cioè un accesso libero per l'inizio
dell'attività e una selezione dopo il primo semestre".
"Anzitutto diciamo con chiarezza che questo non cambia i numeri
delle persone che frequenteranno il corso di Medicina e
Chirurgia. Che il filtro sia all'inizio o dopo un semestre alla
fine da noi vanno avanti sempre 72 persone. Non aumenta il
numero di laureati in Medicina, cosa che peraltro a mio parere
non è nemmeno necessaria, perché in Italia il problema è sulle
specializzazioni, non sui laureati. Però preoccupa molto il
processo di accesso libero con selezione successiva, e quindi la
necessità di fare tutto il primo semestre online".
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