Per la prima volta il Festival
delle Nazioni di Città di Castello omaggia il Portogallo. La
57/a edizione della storica kermesse musicale, in programma dal
26 agosto al 6 settembre, chiude così una idea progettuale
avviata tre anni fa e dedicata ai Paesi latini. Un trittico di
Nazioni individuate per andare alla ricerca del rapporto e della
fitta trama culturale che si intreccia tra Stati colonizzatori e
colonizzati, con un continuo rimando tra ciò che si radica nel
territorio e ciò che il territorio "invaso" restituisce e
irradia a lungo raggio.
Dopo Spagna e Italia quindi, la scelta del Portogallo arriva
anche per un "doveroso omaggio" ai cinquant'anni della
Rivoluzione dei Garofani, avvenuta il 25 aprile del 1975.
A presentare e ad illustrare l'edizione 2024 sono intervenuti
a Perugia, nel Salone d'Onore di palazzo Donini, per il Festival
delle Nazioni sia il presidente, Leonardo Salcerini, che il
direttore artistico, Aldo Sisillo, affiancati dall'assessore
alla cultura del Comune di Città di Castello Michela Botteghi.
Il manifesto programmatico del Festival - è stato spiegato -
si sviluppa quindi lungo un percorso che attraversa latitudini e
longitudini non solo geografiche, ma tocca i grandi periodi
della storia della musica, della cultura e della storia sociale
del Portogallo. Un paesaggio disegnato lungo quattro secoli che
dal Barocco arriva ai nostri giorni, dove si passeranno il
testimone artisti di chiara fama, formazioni prestigiose e
programmi dalle impaginazioni originali e variegate molti dei
quali giungono per la prima volta in Italia o sono nuove
produzioni del Festival stesso.
"Il Portogallo - ha sottolineato Sisillo - è stato l'impero
coloniale d'oltremare più longevo e tra i più vasti della storia
e questa condizione ha avuto un impatto sulla musica portoghese
che, alle sue radici europee, ha unito le interazioni culturali
intercontinentali derivanti dai territori 'scoperti' e dalla
successiva colonizzazione".
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