Confcommercio Umbria aderisce alla
Giornata nazionale di Confcommercio "Legalità, ci piace!",
celebrata quest'anno il 29 maggio, che vuole promuovere e
rafforzare la cultura della legalità: un prerequisito
fondamentale per la crescita e lo sviluppo. E con l'occasione
annuncia l'operatività, anche nella regione, del Protocollo
quadro per la sicurezza sottoscritto lo scorso febbraio con il
ministero dell'Interno e incentrato sul concetto di sicurezza
partecipata.
"Crediamo nell'efficacia di azioni concrete di collaborazione
tra imprenditori e forze dell'ordine - spiega in una nota il
presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni - e faremo
tutto il possibile per dare concretezza operativa al protocollo
per garantire sempre maggiori livelli di protezione e sicurezza
agli esercizi commerciali e alle imprese, grazie al collegamento
dei sistemi di video-allarme con le sale operative delle forze
di polizia che, in caso di rapina, potranno ricevere
segnalazioni e immagini in tempo reale. Gli imprenditori
interessati possono fin da subito prendere contatto con i nostri
uffici Confcommercio su tutto il territorio umbro per aderire al
protocollo".
Da una indagine di Confcommercio, l'estorsione ed il racket,
i furti e gli atti di vandalismo sono i fenomeni criminali
percepiti in maggior aumento dalle imprese del commercio,
turismo e servizi del Centro Italia, tra cui è ricompresa anche
l'Umbria. Che però, ha il vantaggio di essere costituita
soprattutto da piccoli o medi centri, in cui i fenomeni illegali
sono molto meno avvertiti. Il sondaggio ha interessato a livello
nazionale un campione di 1600 imprese e altrettanti consumatori,
ed è suddiviso per macro aree territoriali.
Il 36,8% degli imprenditori del Centro teme il rischio di essere
esposto a fenomeni criminali quali furti, rapine, atti
vandalici, aggressioni, etc. Il dato è più alto di quello
nazionale. I furti sono il crimine che preoccupa maggiormente
gli imprenditori del terziario sul piano della sicurezza della
propria impresa/della propria persona/dei collaboratori (35,9%).
Il dato è superiore al valore Italia, pari al 30,4%.
Significativo che al secondo posto gli imprenditori mettano tra
i pericoli le truffe e frodi informatiche (26,4%, anche qui
sopra la media nazionale del 23,8%, con punte del 30% nei centri
di medie dimensioni), che superano in questa classifica negativa
le rapine (21,3%, in Italia 18,4%), gli atti vandalici e le
spaccate (17,3%).
Il 60,2% delle imprese del terziario del Centro, valore
leggermente inferiore al dato italiano del 62,8%, ritiene di
essere penalizzato dall'abusivismo e dalla contraffazione: prima
di tutto in termini di concorrenza sleale, ma poi con la
riduzione dei ricavi e del fatturato.
Il 24,3% dei consumatori del Centro ha acquistato prodotti o
servizi illegali nel 2023 (quota in linea con quella nazionale).
Di questi, Il 63,2% ha utilizzato canali di vendita online (dato
inferiore a quello nazionale) e, in particolare, il 40,1% ha
effettuati acquisti esclusivamente online. I valori sono
inferiori al dato Italia. Identikit del "consumatore illegale":
è uomo, soprattutto tra i 18 e i 34 anni, ha in prevalenza un
livello d'istruzione medio-superiore, è impiegato, operaio o
studente.
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