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Madre giovane ucraino, sua morte in guerra non sia vana

Madre giovane ucraino, sua morte in guerra non sia vana

'Vogliamo un'Ucraina libera e democratica' dice dall'Umbria

TREVI (PERUGIA), 24 febbraio 2025, 12:56

Redazione ANSA

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"La morte dei nostri figli in guerra non deve essere vana, vogliamo un'Ucraina libera e democratica": con la voce rotta dall'emozione, Romina Kolydia racconta all'ANSA il dolore di una madre che ha perso il suo unico figlio, Volodymyr, combattendo contro l'invasione russa.
    La donna vive a Trevi, in provincia di Perugia, dove assiste un'anziana signora. E' in Italia da 25 anni ma il suo cuore e la sua mente sono sempre rivolti al suo Paese, dilaniato dalla guerra.
    "Sono passati tre anni da quando la Russia ha attaccato l'Ucraina il 24 febbraio 2022" ricorda Kolydia. "Da allora - aggiunge -, le nostre città sono state distrutte, scuole, ospedali, case bombardate. I bambini, gli anziani e le donne stanno soffrendo, e noi non possiamo permettere che tutto questo venga dimenticato".
    Il figlio, Volodymyr, era arrivato in Italia da giovane e vi aveva vissuto per dieci anni, prima di tornare in patria.
    Arruolatosi nell'esercito ucraino, è stato inviato al fronte dopo soli due mesi di addestramento. "L'ho visto per l'ultima volta nel luglio scorso, quando sono andata a trovarlo nei luoghi in cui si esercitavano per la guerra", racconta la madre.
    "Poi, il 2 agosto 2024 è stato mandato in battaglia e il 7 agosto mi hanno detto che era scomparso - aggiunge con le lacrime che le solcano il viso -. Solo il 5 ottobre hanno trovato il suo corpo, vicino a un compagno, a Donetsk, nella zona di Bakhmut".
    Romina Kolydia parla con il peso di una perdita che accomuna molte madri ucraine. "Non soffro solo per mio figlio - sottolinea -, ma per tutti i ragazzi che sono morti. Solo chi ha perso un figlio può capire cosa significhi. Ogni giovane soldato ucraino che vedo mi ricorda Volodymyr - racconta tenendo in mano la foto del figlio -. Tutti noi cerchiamo di aiutare come possiamo, con medicinali, volontariato, supporto ai nostri ragazzi al fronte".
    "Noi vogliamo la pace - spiega ancora la donna -, ma non possiamo perdere i nostri territori. La Russia ha occupato terre che sono nostre, e dobbiamo riconquistarle".
    Quando le si chiede se sia orgogliosa di suo figlio, Romina Kolydia risponde senza esitazione: "Molto. Ma il dolore di averlo perso non si spegnerà mai". "Ogni sua fotografia mi ricorda i momenti felici della sua vita, da bambino fino agli ultimi istanti", dice piangendo.
   

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