L'Assemblea legislativa ha
approvato all'unanimità una mozione (iscritta all'ordine del
giorno con procedura d'urgenza e firmata dai consiglieri Betti,
Filipponi, Proietti Maria Grazia-Pd, Simonetti-M5s, Ricci-AVS e
Tagliaferri-Umbria domani) che "impegna la Giunta regionale, per
quanto nelle competenze attribuite dalle normative vigenti e
preso atto dell'autonomia del procedimento autorizzativo in
corso circa la realizzazione di un impianto biodigestore in
località Ponte Caldaro, tra i Comuni di Narni e Sangemini, a
valutare ogni iniziativa ritenuta utile alla salvaguardia e alla
tutela dell'ambiente, del patrimonio agroalimentare e
storico-culturale della comunità di Ponte Caldaro". E a
"intraprendere tutte le azioni per accelerare gli atti necessari
per procedere all'aggiornamento, attualizzazione e integrazione
degli elaborati del Piano paesaggistico regionale volti a
garantire e tutelare i caratteri identitari peculiari del
paesaggio perseguendo obiettivi di qualità paesaggistica,
definendo altresì le specifiche strategie, prescrizioni e
interventi connessi agli obiettivi legati alla realizzazione del
Piano nazionale per l'energia e il clima garantendo uno sviluppo
che agevoli e guidi l'uso consapevole del territorio assicurando
una elevata sostenibilità e contribuendo agli obiettivi di
mitigazione, adattamento e riduzione degli impatti e dei rischi
ambientali".
La mozione - si legge in una nota di Palazzo Cesaroni -
impegna l'Esecutivo regionale anche a "trasmettere il presente
atto per conoscenza al Ministero della Cultura-Soprintendenza
Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria per quanto
concerne le eventuali valutazioni riguardo la tutela del
patrimonio storico culturale e archeologico viste le criticità
segnalate da associazioni e comitati negli organi di stampa
locali". Si rileva infatti che la zona, situata tra Narni e
Sangemini, "sia un'area di rilevante interesse archeologico, con
la presenza del Ponte Caldaro, un manufatto dell'epoca romana e,
nelle adiacenze, una necropoli e resti di grande valore storico
e culturale. Pertanto la realizzazione di un impianto che
tratterà materiali putrescibili, con un traffico pesante stimato
in almeno 80 corse giornaliere, potrebbe mettere a rischio
l'integrità dei beni archeologici e paesaggistici e andrebbe a
cadere su una zona di pregio con realtà vinicole, strutture
ricettive e agriturismi che attraggono visitatori e
investimenti".
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