Ha affrontato le complesse
questioni tecnologiche ed etiche che la pubblica amministrazione
deve saper cogliere per ripensare il futuro il convegno "Ia
nella Pa: sfide e opportunità dell'intelligenza artificiale per
la pubblica amministrazione di domani", organizzato dalla Scuola
umbra di amministrazione pubblica e tenutosi oggi a Villa Umbra
e al quale è intervenuto anche il ministro per la pubblica
amministrazione Paolo Zangrillo, con un videomessaggio.
L'evento, parte del ciclo di incontri "Formare per Innovare"
- spiega un comunicato della Regione - ha esplorato le
implicazioni giuridiche, amministrative ed etiche
dell'introduzione dell'intelligenza artificiale nel settore
pubblico.
"L'intelligenza artificiale è già tra noi - ha affermato il
ministro nel suo videomessaggio ai partecipanti - siamo secondi
al mondo nell'applicazione di strumenti di Ia nei servizi
pubblici e primi tra i paesi che hanno proposto progetti per
futuri sviluppi. L'introduzione di queste tecnologie ci sta
permettendo di ridurre la burocrazia e migliorare l'efficienza
dei servizi ai cittadini. Tuttavia, al centro di tutto rimane il
capitale umano. La priorità è formare i dipendenti pubblici
affinché possano affrontare queste innovazioni con competenza e
fiducia. In questo senso, la Scuola umbra di amministrazione
pubblica è un prezioso alleato nella diffusione della conoscenza
e delle competenze necessarie. Senza un'adeguata preparazione
del personale, rischiamo che l'innovazione non porti i risultati
desiderati".
Marco Magarini Montenero, amministratore unico della Scuola,
ha aggiunto: "La nostra missione non è solo formare, ma anche
anticipare le sfide future. Dobbiamo essere in grado di captare
i segnali del cambiamento e trasmettere queste conoscenze ai
dipendenti pubblici, ai dirigenti e ai leader delle nostre
istituzioni. Dietro ogni tecnologia, infatti, c'è una visione
strategica, e la nostra strategia è chiara: fornire ai
dipendenti pubblici non solo strumenti tecnici, ma anche la
capacità di adottare e adattare queste tecnologie con saggezza e
responsabilità. Questo non significa solo sapere come utilizzare
l'intelligenza artificiale, ma anche comprendere le sue
implicazioni etiche e sociali, anticipando i rischi e
massimizzando le opportunità. L'Ia è un'opportunità
straordinaria per migliorare i servizi pubblici, ma senza una
visione chiara e una preparazione adeguata, rischiamo di perdere
il controllo del processo".
Il convegno, coordinato da Corrado Giustozzi, esperto di
sicurezza informatica e Ia, e Lorenzo Allegrucci, vicepresidente
dell'associazione ItaliaOggi, si è articolato in due panel
tematici. Nel primo, "Ia e Pa: aspetti strategici", Mario
Nobile, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale,
ha sottolineato l'importanza storica dell'intelligenza
artificiale, osservando come tecnologie simili siano già in uso
dagli anni Sessanta e come la loro evoluzione stia ora entrando
in una fase di crescita esponenziale. "Il nostro obiettivo
principale è comprendere come e dove possiamo declinare le
applicazioni dell'intelligenza artificiale all'interno della Pa,
identificando quei settori strategici dove queste tecnologie
possono creare un vero vantaggio per le nostre comunità".
Stefania Stefanelli, professoressa associata di diritto
privato all'Università degli Studi di Perugia, ha affrontato
l'Ai Act europeo, descrivendo un approccio prudente, ma
evidenziando l'uso di intelligenza artificiale in settori
sensibili, come la violenza familiare. Sauro Angeletti,
direttore dell'ufficio per l'innovazione amministrativa e la
formazione del Dipartimento Funzione Pubblica, ha posto
l'accento sulla necessità di formazione specifica per il
personale della Pa, ribadendo l'importanza di non lasciare l'IA
nelle sole mani di esperti tecnici. Anna Corrado, magistrata del
Tar Lombardia, ha osservato che "la pubblica amministrazione,
rispetto al settore privato, incontra più difficoltà
nell'adottare nuove tecnologie. Tuttavia, sono convinta che, con
il tempo, riuscirà a trasformare le sue procedure in funzione
delle nuove tecnologie. Il problema principale rimane la
formazione del personale, che spesso è in ritardo rispetto alle
innovazioni. Dovremo bilanciare l'automazione con la necessità
di mantenere sempre un controllo umano sulle decisioni
automatizzate, assicurando che la responsabilità amministrativa
non venga mai meno".
Eugenio Albamonte, pubblico ministero specializzato in
crimini informatici e cyberterrorismo, ha evidenziato come
l'intelligenza artificiale possa trovare applicazione anche
nelle indagini sulla criminalità informatica: "Lo scenario
attuale vede conflitti a bassa intensità e difficili da
attribuire, spesso provenienti da contesti ibridi nazionali e
internazionali. Le nostre banche dati, spesso gestite da aziende
private, rappresentano una vulnerabilità importante. Tuttavia,
strumenti di IA, come i trojan, permettono di intercettare
conversazioni online e scritte, mettendo le attività
investigative allo stesso livello di quelle criminali. Questi
strumenti ci permettono di affrontare le minacce digitali con un
approccio più rapido e mirato, ma dobbiamo essere consapevoli
che anche i criminali utilizzano le stesse tecnologie".
Nel pomeriggio, il secondo panel denominato "Ia e Pa: aspetti
tecnologici, etici e giuridici" ha ospitato gli interventi di:
Stefano Quintarelli (imprenditore del digitale fondatore di
Rialto Ventures), che ha approfondito la storia e lo sviluppo
applicativo negli ultimi decenni dei sistemi algoritmici che
hanno generato i sistemi di intelligenza artificiale.
Successivamente, Giuseppe Corasaniti (professore ordinario di
informatica giuridica, Università Mercatorum) e Federica
Fedorczyk (postdoctoral researcher in diritto presso la New York
University), hanno delineato i confini giuridici e i rischi
connessi alle attuali applicazioni dell'intelligenza
artificiale. Vittorio Calaprice (rappresentanza in Italia della
Commissione Europea) sviluppato ulteriormente e un
approfondimento specifico sull'etica dell'intelligenza
artificiale da parte di Nicola Donti (filosofo e formatore in
comunicazione). Spazio, poi, al panorama sulle applicazioni già
operative nelle pubbliche amministrazioni a cura di Gianni
Dominici (amministratore delegato Forum Pa).
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