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La Marmotta del Lyskamm arriva al Museo di Saint-Pierre

La Marmotta del Lyskamm arriva al Museo di Saint-Pierre

E' la più antica mummia mai rinvenuta in Italia

AOSTA, 12 giugno 2024, 18:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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A meno di due anni dal suo ritrovamento, la Marmotta del Lyskamm ha trovato una casa. Dal 14 giugno, la più antica mummia mai rinvenuta in Italia sarà visitabile al Museo regionale di Scienze naturali nel Castello di Saint-Pierre.
    Era l'agosto 2022, quando la guida alpina Corrado Gaspard, durante un'escursione sulla parete orientale del Lyskamm, sul ghiacciaio del Monte Rosa, si imbatteva in quello che si è rivelato uno dei più importanti reperti archeologici rivenuti in Valle d'Aosta. "Quello della marmotta - spiega Velca Botti, biologa e ricercatrice del Museo regionale di Scienze naturali della Valle d'Aosta - è un ritrovamento originale e, soprattutto, prezioso. Visto il valore del reperto la Regione Valle d'Aosta ha subito costituito un gruppo di lavoro, 'The Marmot Mummy Project', per rispondere alle domande che sono sorte e che sorgeranno riguardo alla mummia naturale più antica d'Italia".

Cosa ci faceva una marmotta a 4.291 metri? Quanto somiglia una marmotta di 6.600 anni fa alle nostre? Sono questi i primi due interrogativi a cui il gruppo di ricerca ha provato a dare una risposta. L’ipotesi è che all’epoca, ciò che oggi è dominato dai ghiacci, fosse un ambiente in grado di consentire la vita di un piccolo mammifero.Il secondo e sorprendente elemento è lo stato di conservazione della Marmotta del Lyskamm, un giovane esemplare, probabilmente di sesso femminile, che ha permesso di effettuare degli studi sul profilo genetico della specie, arrivando alla conclusione che la marmotta di 66 secoli fa non è molto diversa da quella attuale. Un’eccezione per il regno animale, dove una bassa variabilità genetica è in genere associata al rischio di estinzione.Ora, la Marmotta del Lyskamm sarà esposta nella “Sala delle rocce” del museo, in una teca studiata apposta per accoglierla, rivestita di gneiss, una pietra che si trova in abbondanza sul Monte Rosa, con un sistema passivo, che la rende ecosostenibile e saturata con l'argon, un gas nobile, che dovrebbe permettere di conservare il reperto per circa 500 anni. “La Marmotta del Lyskamm dà l’occasione per rilanciare l’offerta del museo – dice Davide Sapinet, assessore alle Opere pubbliche, territorio e ambiente – che, stando agli ultimi dati, può contare su 52.000 presenze, a cui bisogna sommare anche le scolaresche, arrivando così quasi a 60.000. In questi due anni, il mondo scientifico ha lavorato per studiare il reperto e, in parallelo, la politica ha cercato di fare la sua parte, trovando il posto giusto per collocare e valorizzare questo esemplare”.Per far conoscere al pubblico le scoperte portate dalla Mamotta del Lyskamm, sono in programma quattro incontri durante l’estate in diverse località della Valle d’Aosta: il 16 luglio all’Area megalitica ad Aosta, il 6 agosto a Courmayeur, il 20 agosto a Saint-Vincent e il 30 agosto a Gressoney-La-Trinité.
   

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