La Valle d'Aosta è la regione
italiana in cui si registra la percentuale più ampia di comuni
che applicano la tassa di soggiorno tra quelli aventi diritto:
al 2023 sono infatti 59 sui 74, quasi l'80% (79,7%). Nel 2019
erano 57 gli enti locali che avevano avuto incassi da questa
tassa. Lo ha rivelato un'elaborazione di Centro studi enti
locali basata su dati Mef, Banca d'Italia e Istat.
Ad oggi l'imposta può essere istituita dai capoluoghi di
provincia e dai comuni inclusi negli elenchi regionali delle
località turistiche o delle città d'arte e da quelli che hanno
sede giuridica nelle isole minori o nel cui territorio insistano
isole minori. Uno studio della Banca d'Italia diffuso nel 2018
aveva quantificato in 5.730 i comuni che rientrano in queste
categorie, circa il 70% del totale.
Forse nel timore che si traduca in un deterrente per i
turisti, soltanto il 22% di questi (1.268) ha di fatto applicato
il tributo nel 2023. Si tratta comunque di un numero in aumento
rispetto agli anni precedenti: i comuni che applicavano la tassa
sono stati 1.143 nel 2022, 1.059 nel 2021, 1.046 nel 2020 e
1.003 nel 2019. Il Molise nel 2023 è stata l'unica regione
"tourist tax free".
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