L'opposizione fa le barricate sul disegno di legge 'Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale, nell'anno 2025, delle elezioni regionali e generali comunali' che introduce l'election day. Disegno di legge poi approvato dall'Assemblea valdostana con 19 voti a favore, cinque contrari e 11 astensioni.
"E' un disegno di legge sbagliato - ha detto Paolo Sammaritani (Lega VdA) - che arriva nel momento sbagliato. Votando un emendamento proposto dal Pd che reintroduce il limite dei mandati nei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, la maggioranza vota un principio incostituzionale. Infatti, la Corte costituzionale ha chiaramente sancito che le disposizioni sui mandati devono essere coerenti con la normativa statale per un principio di uniformità su tutto il territorio nazionale. E la norma statale ha tolto il limite dei mandati nei comuni fino a 5.000 abitanti, per non comprimere il diritto all'elettorato passivo. Questo dimostra la confusione della maggioranza".
Chiara Minelli (Pcp) ha aggiunto: "Questo disegno di legge viaggia in parallelo con la proposta dell'Union Valdôtaine sulla nuova norma elettorale regionale, poi fatta propria da tutta la maggioranza. I due testi hanno un'impostazione di fondo comune, che riguarda innanzitutto un modo di operare disordinato e frettoloso, caratterizzato da atteggiamenti incerti e contraddittori: lo dimostra in modo plateale l'emendamento sui mandati. In entrambi i percorsi dei testi di legge si comprime la partecipazione democratica".
"Questa legge vuole dare una risposta alle legittime esigenze dei Sindaci o a quelle della collettività? Ha come finalità quella di stimolare la partecipazione alla vita politica e amministrativa dei Comuni?" si è interrogato Claudio Restano (Rassemblement valdotain), che ha proseguito: "L'aumento del numero degli Assessori e la riduzione del quorum in caso di monoliste, sicuramente, rappresentano un tentativo di rispondere a questi interrogativi ma la norma avrebbe dovuto valutare anche elementi correttivi rispetto ad altre criticità. Si sarebbe dovuto intervenire sulle precedenti modifiche apportate al ruolo del Sindaco che hanno reso il Consiglio un mero organo ratificatore delle decisioni assunte dalla Giunta. La norma non risponde alle esigenze della popolazione e non fa l'interesse della collettività".
"Riteniamo ragionevole la scelta di accorpare in un'unica giornata le elezioni comunali e regionali - ha dxetto Pierluigi Marquis (Forza Italia) - che vanno svolte nello stesso periodo, mentre siamo perplessi sulla riduzione del quorum per le monoliste. È stato mutuato dalla situazione nazionale ma la nostra realtà è molto differente, i Comuni sono molto più piccoli e, così facendo, si rischia di fare diminuire l'impatto del dibattito preelettorale con la cittadinanza, fondamentale esercizio di democrazia e di contrasto alla disaffezione cittadino/politica. Sarebbe stato molto meglio evitare di intervenire a pochi mesi dalle prossime elezioni".
Per Albert Chatrian (Uv) "la maggioranza ha affrontato la discussione sul ruolo degli enti locali partendo da posizioni politiche diverse e, così come vuole la migliore tradizione democratica, ha trovato una convergenza, necessaria quanto utile, non per i singoli Consiglieri, ma per presentare la migliore soluzione alla collettività. Questa è la funzione della politica". Infine Paolo Cretier (Fp-Pd): "L'abbassamento del quorum in caso di monoliste è una scelta sostenibile e, come emerso durante le audizioni in Commissione, condivisa anche dal Celva, poiché evita complicazioni future. Non sempre i cittadini si recano alle urne e trovare candidati è sempre più difficile.
I Sindaci sono in trincea e affrontano quotidianamente grandi responsabilità, rispondendo di ogni evento che accade sul territorio: per questo vanno sostenuti".
Sul limite dei mandati il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin, ha osservato: "È spiacevole che sia l'agenda politica statale a determinare quella regionale. In tutte le democrazie liberali, tanto più negli organi eletti direttamente, esistono limiti ai mandati. Emblematico è il caso degli Stati Uniti, la più antica democrazia, che per oltre 100 anni non ha previsto nella sua Costituzione una limitazione dei mandati: non ce n'era bisogno, perché era implicito che la concentrazione del potere in un'unica persona comportasse dei rischi. Non mi sorprende che il Governo Meloni voglia abolire il limite dei mandati: è perfettamente in linea con le democrazie illiberali promosse da certi ‘patrioti’. In Valle d'Aosta abbiamo una competenza primaria sugli enti locali e dobbiamo esercitarla. D'altronde, il diritto non è una scienza esatta e si adatta ai contesti storici. Se il Governo deciderà di impugnare la norma per uniformare tutti allo stesso livello, eliminando il limite dei mandati, lo farà, ma non è affatto certo che la Corte costituzionale si allinei a questa visione. L'emendamento proposto, dunque, non è così facilmente derubricabile come incostituzionale. E le Regioni, in base al principio di autonomia, devono poter esprimere la propria volontà.".
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