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Legge elettorale, Bertin 'tempi cambiano e mutano le norme'

Legge elettorale, Bertin 'tempi cambiano e mutano le norme'

Marguerettaz: "Stop alla preferenza unica era in ogni proposta"

AOSTA, 27 febbraio 2025, 20:40

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Le preferenze sono come la pizza e il mandolino: una tipicità italiana che non esiste nelle altre democrazie europee, se non in rari casi". Così il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin (Fp-Pd), durante il dibattito sulla legge elettorale. "La precedente legge elettorale, che conteneva la preferenza unica, è stata il frutto di un preciso periodo storico che ha portato a una convergenza molto ampia e trasversale alle varie forze politiche. Nel 2019 il testo è stato approvato a larga maggioranza, votato anche dalle forze politiche che oggi forse non più memori, avversano la loro stessa scelta. Con il mutare dei tempi, cambiano anche le leggi.
    Ci è stata rappresentata da più parti la difficoltà oggettiva di fare le liste elettorali, e la preferenza unica in caso di election day è un ostacolo a trovare candidati; la rappresentanza di genere oggi assume una valenza diversa rispetto al passato. A chi lamenta la mancanza della governabilità ricordo che le leggi elettorali non determinano la stabilità, al limite la possono favorire. Questo testo è ciò che il Consiglio è riuscito ad esprimere in questa legislatura.
    Nessuno ne è entusiasta, neanche io, ma questa è realisticamente la situazione".
    "La nostra legge non ha la pretesa di essere una riforma ma introduce dei cambiamenti come l'innalzamento delle preferenze.
    Il superamento della preferenza unica è l'unico dato che sostanzialmente era presente anche in tutti gli altri testi di legge", ha detto il capogruppo Uv, Aurelio Marguerettaz.
    Riguardo alla questione dell'elezione diretta del presidente della Regione, ha aggiunto: "In una Regione come la nostra, in cui il presidente ha un potere decisamente più importante rispetto a qualsiasi altro potere, con l'elezione diretta e tutte le attribuzioni riconosciutegli di conseguenza, rischia di diventare un intoccabile".
    "La politica è l'arte del compromesso finalizzato ad assumere decisioni a favore della comunità e questa norma, se non rispecchia il punto di vista di nessuno, rispecchia, seppur in modo parziale, quello di tutti. Un testo che non si può attribuire solo a una forza politica ma a tutte le quelle che si sono impegnate per la sua stesura", ha detto il capogruppo di Pla, Aldo Di Marco, dichiarandosi "soddisfatto" del contributo dato alla legge.
    "Come gruppo Fp-Pd avevamo fatto una proposta ambiziosa e legata a temi che sentiamo nostri, come quello della doppia preferenza di genere e la presenza di entrambi i generi in giunta: una proposta che voleva essere un punto di partenza, consapevoli che sarebbe stato difficile mettere insieme tutte le richieste dei gruppi. Senza remore l'abbiamo poi ritirata, convinti come siamo che in quest'Aula ci si debba confrontare per cercare, anche in modo estenuante, dei punti di contatto, perché le riforme non sono un patrimonio di qualcuno, ma di tutti e dei valdostani", ha sottolineato Paolo Cretier, capogruppo di Fp-Pd.
    La capogruppo di Pcp, Erika Guichardaz, ha parlato di "dibattito surreale e di brutta pagina della politica. Le leggi elettorali normalmente vengono discusse tra le forze politiche e si cercano di condividere anche con le minoranze e le forze presenti fuori da questo Consiglio regionale, per avere il più ampio consenso possibile, ma la solita arroganza della maggioranza ha impedito tutto questo". Quindi ha aggiunto: "Oggi, coerentemente con quanto mi chiede Valle d'Aosta Aperta non voterò la proposta di legge che avevamo presentato ad aprile perché aveva lo scopo di far esprimere i cittadini: era stata depositata perché si voleva un referendum. Mi spiace che non sia stata data quella possibilità ai cittadini perché secondo me poteva anche stupirci l'esito".
   

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