Il Papa, parlando al
Dicastero della Comunicazione, ha sottolineato che "si comunica
con il cuore". "Siete chiamati a un compito grande ed
entusiasmante: quello di costruire ponti, quando tanti innalzano
muri, i muri delle ideologie; quello di favorire la comunione,
quando tanti fomentano divisione; quello di lasciarsi
coinvolgere dai drammi del nostro tempo, quando tanti
preferiscono l'indifferenza. Questa cultura dell'indifferenza,
questa cultura del lavarsene le mani" che "fa tanto male".
"Permettetemi di raccontarvi il mio sogno - ha proseguito
Papa Francesco -. Sogno una comunicazione che riesca a
connettere persone e culture. Sogno una comunicazione capace di
raccontare e valorizzare storie e testimonianze che accadono in
ogni angolo del mondo, mettendole in circolo e offrendole a
tutti". "Sogno una comunicazione fatta da cuore a cuore,
lasciandoci coinvolgere da ciò che è umano, lasciandoci ferire
dai drammi che vivono tanti nostri fratelli e sorelle. Per
questo vi invito a uscire di più, a osare di più, a rischiare di
più non per diffondere le vostre idee, ma per raccontare con
onestà e passione la realtà. Sogno una comunicazione che sappia
andare oltre gli slogan e tenere accesi i riflettori sui poveri,
sugli ultimi, sui migranti, sulle vittime della guerra. Una
comunicazione che favorisca l'inclusione, il dialogo, la ricerca
della pace - ha detto ancora il Pontefice -. Quanta urgenza c'è
di dare spazio agli operatori di pace! Non stancatevi di
raccontare le loro testimonianze, in ogni parte del mondo. Sogno
una comunicazione che educhi a rinunciare un po' a sé per fare
spazio all'altro; una comunicazione appassionata, curiosa e
competente, che sappia immergersi nella realtà per poterla
raccontare".
Quindi l'appello ai media vaticani: "Aiutatemi con una
comunicazione che è strumento per la comunione. Nonostante il
mondo sia squassato da terribili violenze, noi cristiani
sappiamo guardare alle tante fiammelle di speranza, alle tante
piccole e grandi storie di bene".
Infine il Papa ha menzionato il Giubileo: "E' una grande
occasione per testimoniare al mondo la nostra fede e la nostra
speranza. Vi ringrazio fin d'ora per tutto ciò che farete, per
l'impegno del Dicastero nell'aiutare sia i pellegrini che
verranno a Roma, sia chi non potrà viaggiare, ma grazie ai media
vaticani potrà seguire le celebrazioni giubilari sentendosi
unito a noi".
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