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Il parroco di Gaza, "il Papa malato conforta noi"

Il parroco di Gaza, "il Papa malato conforta noi"

Anche in questi giorni telefona alla parrocchia,'siamo commossi'

CITTÀ DEL VATICANO, 26 febbraio 2025, 17:21

di Manuela Tulli

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Papa Francesco noi lo consideriamo ormai un parrocchiano", dice padre Gabriel Romanelli, parroco dell'unica chiesa latina della Striscia di Gaza, quella della Sacra Famiglia. L'affetto è grande per quel Pontefice che tutti i pomeriggi, intorno alle 19, da quando è cominciata la guerra, ha telefonato alla parrocchia per sapere come stavano, come era la situazione ma anche se i bambini avevano mangiato. Una premura umana innanzitutto, non solo pastorale, per una comunità che è stata tanti mesi sotto le bombe. E che ha trovato rifugio proprio in parrocchia perché la maggior parte dei fedeli non ha più la casa.
    E così Francesco, in questi tredici giorni di ricovero in ospedale, quando ha potuto, quando aveva un po' di fiato per parlare, ha telefonato alla parrocchia guidata dal missionario argentino.
    "Come parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza siamo sempre lieti e commossi nell'ascoltare la sua voce. Ci dà tanto conforto", "è una chiamata benedetta", "una grande gioia, anche in mezzo a tante prove, il fatto di sapere che, nonostante il suo delicato stato di salute, il Santo Padre continui a pensare e a pregare per tutti e per la pace a Gaza e, allo stesso tempo, continui anche a ringraziarci, per le nostre costanti preghiere", dice padre Romanelli.
    Rispetto alle telefonate fatte da Casa Santa Marta, dal cellulare del suo segretario, le chiamate in questi giorni sono state un po' più brevi. Papa Francesco ha telefonato venerdì 14, il giorno del suo ricovero, subito dopo essere stato sottoposto a tutti gli esami clinici. Poi ancora sabato. Domenica 16 febbraio ha dovuto salutarli solo attraverso un messaggio scritto, poi il giorno dopo "una telefonata breve", ha fatto sapere il parroco, anche se Papa Francesco è comunque riuscito a salutare quattro persone tra le quali il viceparroco Iousouf e due suore. Poi, tra alti e bassi, una nuova chiamata, lunedì 24.
    "Come ha fatto quotidianamente fin dall'inizio di questa terribile guerra, Papa Francesco ci ha chiamato ancora una volta per esprimerci la sua vicinanza, per pregare per noi e per darci la sua benedizione", riferisce il missionario del Verbo Incarnato che in un video inviato all'ANSA conclude: "Preghiamo per la fine di questa guerra e per la Pace per tutta la Terra Santa e per tutto il Medio Oriente".
   

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