"Benedetto il giorno che abbiamo
sbagliato": già il titolo è una premessa. Nessun matrimonio è
perfetto e con il passare degli anni, nella maggior parte dei
casi, le differenze caratteriali, di vedute, e anche di fede,
anziché ammorbidirsi diventano sempre più nette. Come scegliere
allora di mantenere quel 'per sempre' al quale si ispira il
matrimonio cristiano? E' a questa domanda che cerca di
rispondere il nuovo libro di Costanza Miriano, un "manuale di
manutenzione del matrimonio", come recita il sottotitolo, edito
da Sonzogno.
"Questo libro racconta di matrimoni - spiega la stessa
autrice nell'introduzione - in cui uno dei due sposi, o
entrambi, a un certo punto o in molti punti sentono la fatica"
di andare avanti, "sentono una mancanza che - non vorrei svelare
la soluzione del giallo - può colmare solo Chi è più grande". E'
la chiave con la quale Miriano, giornalista Rai e scrittrice,
che si è già occupata del matrimonio con libri che hanno avuto
successo ma hanno anche suscitato molte polemiche, indica le
ragioni per le quali una separazione o un divorzio non sono
necessariamente la soluzione migliore.
Con una scrittura brillante e ironica, nella quale trovano
ampio spazio aneddoti di famiglia e della sua cerchia di
amicizie, e il costante riferimento al Vangelo e all'esempio dei
santi, la scrittrice indica la sua ricetta: perché rimanere
sposati "anche se" non ci si ama più, si è stati traditi, si
hanno fedi diverse, ma anche se non funzione più il sesso nella
coppia, per fare alcuni esempi. "Ogni matrimonio è un errore e
insieme un miracolo. E' un errore perché uomini e donne sono le
creature più diverse e peggio assortite del mondo (e, per inciso
un giorno qualcuno dovrà anche chiedere conto a Dio di questa
progettazione così bizzarra), eppure al tempo stesso è anche un
miracolo quando si diventa uno", si legge nel libro nel quale
Miriano costantemente precisa che è la prima ad inciampare
costantemente in una vita imperfetta e a volte lontana dai suoi
stessi 'consigli' sparsi ad amiche e amici e anche ai lettori.
Nel libro si affronta anche la delicata questione dei figli e
si sottolinea che il pensiero che sia meglio separarsi che
litigare davanti a loro "è una balla che raccontano gli
sceneggiatori dei film".
La conclusione rimanda dunque al senso dell'amore cristiano:
"Benedetto il giorno che abbiamo sbagliato perché solo dare la
vita a qualcuno di diverso da noi ci insegna ad amare".
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