"Quando un problema umanitario e per
certi versi tecnico diventa un problema di scontro politico non
si capisce più chi ha ragione e chi no". Lo dice il presidente
della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, in un'intervista ad
Avvenire che uscirà domani e della quale è stata diffusa
un'anticipazione. "Il cosiddetto Ius Scholae, costituisce uno
strumento importante di inclusione delle persone ed è un 'tema
di cultura'", è "una istanza da tempo ribadita dalla Cei. La
questione mette in gioco un diritto fondamentale della persona,
per questo deve suscitare delle idee, e non delle ideologie, per
trovare le risposte adeguate. È la stessa cosa potere essere
uguale ai miei compagni o sentirmi addosso di essere italiano a
metà? Più facilmente sceglierò i doveri se ho chiari i diritti".
Zuppi ribadisce anche le preoccupazioni dei vescovi per
l'autonomia differenziata ma precisa: "Con questo Governo, così
come avvenuto con quelli passati, c'è una buona interlocuzione e
su certi temi una ottima collaborazione. Se la Chiesa esprime
un'opinione non è per entrare nel dibattito politico, o per dare
indicazioni socio-politiche specifiche, che competono alle forze
politiche e sociali, ma solo per promuovere la persona e senza
interessi di parte. E questa è proprio la libertà della Chiesa".
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