E' presente come
rappresentante del Vaticano, il 'ministro' degli Esteri della
Santa Sede, mons. Paul Richard Gallagher, alla commemorazione
solenne del 7 ottobre promossa dall'ambasciata d'Israele presso
la Santa Sede alla Fondazione museo della Shoah, al portico
d'Ottavia. "Il 7 ottobre è stato un vero e proprio pogrom contro
gli ebrei e contro lo Stato ebraico - ha detto il neo
ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Yaron Sideman -.
Un'espressione estrema e violenta di puro antisemitismo e puro
odio. L'entità della carneficina è difficile da comprendere: si
è trattato del più grande attacco terroristico contro Israele
dalla sua fondazione, con il più alto numero di ebrei
assassinati in un solo giorno dall'Olocausto, insieme a numerose
vittime di altre fedi e nazionalità". "Il terrore - ha
proseguito - non fa distinzioni e prende di mira chiunque si
trovi sul suo percorso distruttivo. 251 persone, di diverse
nazionalità, etnie e religioni, sono state brutalmente rapite il
7 ottobre, tra cui neonati, bambini piccoli, donne e anziani,
tra cui sopravvissuti all'Olocausto. Centouno di loro si trovano
ancora oggi, in condizioni subumane, nei tunnel del terrore di
Hamas. Dovrebbero essere rilasciati, fino all'ultimo,
immediatamente e senza condizioni". "La comunità internazionale
- si è quindi appellato - deve insistere incessantemente
affinché ciò avvenga. Di estrema importanza i ripetuti appelli
di Papa Francesco per la liberazione immediata degli ostaggi,
anche nel post Angelus di ieri, così come la sua decisione di
designare oggi, 7 ottobre 2024, un anno dopo quella strage, come
giorno di preghiera e digiuno per la pace". Alla commemorazione
è presente anche Ella Mor, zia di una bambina, Abigail, rapita e
poi liberata da Hamas che offre una sua testimonianza. Presenti
anche il rabbino di Roma, Riccardo Di Segni e la presidente
dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni,
oltre a una rappresentanza della Comunità di Sant'Egidio.
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