Padre Jerzy Popieluszko
"conosceva perfettamente l'odore delle sue pecore, la gente
sentiva perfettamente che era reale. E questo è ciò che ha
attratto la gente verso di lui". Lo afferma Ewa Czaczkowska,
docente dell'Università del Cardinale Stefan Wyszyński
(Varsavia), in un'intervista a Vatican News. La professoressa è
tra i relatori al convegno che oggi ricorderà a Roma la figura
del cappellano di Solidarnosc ucciso quaranta anni fa, il 19
ottobre del 1984, dal regime comunista che vigeva in quegli anni
in Polonia.
Per l'occasione è stata realizzata anche una pubblicazione, a
cura del giornale cattolico "Gosc", che verrà distribuita a
tutti i membri del Sinodo, riuniti in questi giorni in Vaticano.
Padre Jerzy Popieluszko è ancora attuale e popolare in
Polonia e nel mondo. "Il suo messaggio - sottolinea la storica
Czaczkowska - si riassume in due parole: verità e libertà.
Vivere nella verità dà a una persona la libertà interiore.
Questa libertà è essenziale per vivere una vita piena e
dignitosa, in tutte le condizioni".
"Da questa morte nacque del bene": è con questa frase di
Karol Wojtyla che si apre il convegno di studi alla Pontificia
Università Gregoriana. L'evento è organizzato dalla Fondazione
Giovanni Paolo II, del Settimanale cattolico "Gosc Niedzielny" e
dell'Istituto della Memoria Nazionale in Polonia; ad aprire i
lavori saranno gli interventi di Adam Kwiatkowski, ambasciatore
della Polonia presso la Santa Sede, e Andrzej Sznajder,
direttore del reparto dell`Istituto della Memoria Nazionale in
Polonia a Katowice.
Nel dossier dedicato al sacerdote beato c'è un capitolo
dedicato alla coincidenza della data della morte di Popieluszko,
1984, con il titolo del profetico libro di George Orwell.
"L'eroismo di padre Jerzy decise che gli eventi in Polonia si
dovevano svolgere in modo diverso rispetto al romanzo di Orwell.
Il Grande Fratello perse e il sistema totalitario iniziò a
sgretolarsi", sottolinea Andrzej Grajewski, relatore all'evento
a Roma.
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