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Caporalato e sfruttamento del lavoro clandestino: due arresti

Caporalato e sfruttamento del lavoro clandestino: due arresti

Vittime 50 stranieri pagati con pochi euro all'ora

LEGNAGO, 14 giugno 2024, 13:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I carabinieri di Legnago (Verona) e dell'Ispettorato del Lavoro di Verona hanno notificato un'ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di due persone (una in carcere, l'altra ai domiciliari), accusate associazione per delinquere finalizzata alla intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Le indagini sono state avviate nel novembre 2022 dopo la denuncia a Cerea di un marocchino che ha riferito all'Arma di aver subito uno sfruttamento lavorativo, in ambito agricolo, e di altre denunce da parte di altri nordafricani contro un connazionale che accompagnava i con un furgone i lavoro nei campi. I carabinieri hanno così accertato l'esistenza di un'organizzazione ben strutturata, con la suddivisione dei ruoli tra i soggetti inseriti nell'organizzazione e dedita al cosiddetto fenomeno del caporalato. In particolare, il titolare della società, un 40enne marocchino residente ad Arcole (Verona), raccoglieva gli ordini da parte delle aziende avicole, industriali ed agricole e, con l'aiuto di una sua collaboratrice, una 42enne italiana di Sona (Verona), sceglieva gli operai da inviare sui luoghi di lavoro richiesti. In tale attività l'uomo veniva aiutato da alcuni "caporali", sempre marocchini consci del fatto che gli operai che portavano sui luoghi di lavoro erano privi di contratto e coperture assicurative ,oltre ad essere clandestini. Sono stati individuati circa 50 lavoratori, che venivano prelevati tra le 3 e le 4 della notte, lungo le strade o presso le piazzole delle aree di servizio, in vari comuni veronesi e condotti nei luoghi di lavoro, pagati con pochi euro all'ora. I lavoratori clandestini, che dormivano in case fatiscenti, casolari abbandonati, occupati spesso in modo abusivo, venivano pagati in contanti con cadenza settimanale, a volte anche meno di quanto pattuito. Inoltre, erano costretti a lavorare in ambienti spesso malsani, pieni di escrementi (allevamenti di animali) senza i necessari dispositivi di protezione individuale. Per il 40enne gestore della società è stata disposta la custodia cautelare nel carcere di Montorio, mentre per la donna sono stati disposti gli arresti domiciliari.
   

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