Dopo l'anteprima del 4 settembre,
il Festival della Politica di Mestre proseguirà
ininterrottamente attraverso 4 giornate ufficiali, fino alla
sera di domenica 8 settembre. I 50 eventi in programma si
diffonderanno in sei location del centro cittadino, tra piazze
del centro di Mestre e spazi del distretto museale M9,
raccogliendo 109 ospiti e dando vita al programma più ricco che
il Festival abbia mai proposto in 13 anni.
Un programma costruito a partire da una scelta precisa,
compiuta da organizzatori e curatori: quella di parlare del
futuro dei giovani consegnando anzitutto a loro l'opportunità e
l'onere di prendere la parola. Quasi la metà dei relatori che
dal 4 all'8 settembre si avvicenderanno sui palchi del Festival
avrà quarant'anni o meno. E tra loro, tantissimi "Gen Z",
ragazzi e ragazze con meno di 30 anni.
Come sempre il Festival ha chiamato a raccolta i protagonisti
più affermati della cultura, del giornalismo e del dibattito
pubblico, figure molto note come Massimo Cacciari, Chiara
Valerio, Angelo Panebianco, Annalisa Cuzzocrea, Francesca
Mannocchi, Linda Laura Sabbadini, Marco Damilano, Carlo
Cottarelli, il direttore di Radio 3 Andrea Montanari, il
direttore di Internazionale Giovanni De Mauro. Ma tantissimi
saranno anche gli ospiti GenZ e trentenni (per citare solo
alcuni nomi: Edoardo Prati, Ibrahima Lo, Sara Segantin, Giorgio
Brizio, Martina Carone, Ilaria Gaspari, Jennifer Guerra,
Giovanni Diamanti, Federico Fabbrini).
La rssegna non mancherà di offrire importanti momenti di
riflessione sulle guerre che continuano a infiammare lo scenario
internazionale, dal fronte ucraino alla striscia di Gaza. A
cominciare da quello che è l'appuntamento più atteso di questa
edizione: il dialogo tra il cardinale Matteo Maria Zuppi,
presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e il prof.
Massimo Cacciari, filosofo, tra gli animatori del Festival della
Politica. Nella prima giornata ufficiale del Festival, giovedì 5
settembre, Zuppi e Cacciari daranno vita ad una riflessione di
ampio respiro sulle grandi crisi che scuotono il mondo, e che
trovano nei conflitti in corso il loro più tragico punto di
caduta.
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