(di Elisabetta Stefanelli)
Federica Rosellini predilige i ruoli
forti, quelli che lasciano il segno e che, in qualche modo,
hanno un valore politico, che siano quello che siano, la loro
coscienza è quella del mondo. Ora, dopo aver interpretato Amleto
e Orlando, l'attrice veneta che ha vestito i panni della
coprotagonista in Campo di battaglia di Gianni Amelio, sarà
Elettra al Teatro Romano di Verona il 19 e il 20 settembre, poi
per altre due date sarà a Vicenza all'Olimpico, con il
''desiderio di riprenderla nella prossima stagione''. Si tratta
di una nuova produzione in cui la regista Serena Sinigaglia
affronta Elettra di Hugo von Hofmannsthal coinvolgendo due
straordinarie interpreti come appunto Federica Rosellini nel
ruolo del titolo e Arianna Scommegna in quello di Clitennestra.
''Di partenza parliamo dell'Elettra di Hofmannsthal - spiega
all'ANSA Federica Rosellini - diversa dalla tradizione tragica
che pure ha declinato più volte il personaggio, da Euripide a
Eschilo. Qui Hofmannsthal riporta elementi di quegli anni,
soprattutto visivi, nel rapporto con l'onirico di artisti come
Egon Schiele e Oskar Kokoschka. Nella scena e nei costumi la
regista riporta l'ambiente espressionista, ma anche un po' il
film muto degli anni '20. Il lavoro è stato di riattraversare
l'immaginario di quei corpi di Schiele e Kokoschka, corpi
spezzati, danze delle ossa come nella Sposa del vento, riportare
in superficie gli elementi di passaggio. Elettra è un
personaggio livoroso, e la sfida era provare e rendere
quell'odio così disumano, con un corpo rimasto alle ossa, quasi
tornato allo stato bestiale. Elettra viene trattata come un
cane, e io volevo esprimere la sua canitudine, la bestiolina
ferita, il cuore di una creatura attraversata dai fantasmi e
dallo spettro del padre''.
Un personaggio che sembra riportare alla luce il nucleo
originario dell'umanità, come spesso i personaggi che sceglie
Federica Rosellini. ''La fortuna è quella di attraversare la
buona letteratura dove ci sono personaggi così sfaccettati da
essere la sintesi dell'umano. Io amo i personaggi complessi non
complicati ma sfaccettati - aggiunge - apparentemente più
monolitici, questa Elettra potrebbe essere monolitica come
spesso è stata fatta, ma anche in questo caso io penso che il
lavoro dell'attore sia trovare quelle sfaccettature, trovare le
fratture anche dove sono solo accennate, aumentare i livelli di
complessità. Porto con me l'insegnamento di Luca Ronconi del
cercare nei personaggi le infinite cose che possono essere, non
cercare un'unità ma rendere la vibratilità della vita'', spiega.
L'attrice è anche l'infermiera Anna in Campo di battaglia di
Gianni Amelio, al fianco di Alessandro Borghi e Gabriel Montesi.
Una donna divisa tra i due e i loro estremismi, tra femminismo e
patriottismo. ''Penso che in questo momento non solo il corpo
della donna ma tutti i corpi abbiano un'esigenza politica, lo è
quello della donna fluida mischiata binaria, il binarismo è
politico e sono convinta che ci sia tanta strada da fare nella
presa di consapevolezza. In questo senso è importante dare
spazio alla ricchezza dei personaggi femminili, come quello di
Anna, che sono tridimensionali per restituirne la complessità
dell'essere. E per questo si certo c'è una posizione politica in
questo lavoro che è un lavoro di esposizione. E' importante
esporsi per dare voce ad istanze sociali. E' il mio modo di
stare al mondo''.
Attrice, regista, ma anche scrittrice mentre si appresta a
dedicarsi al suo primo romanzo, mentre nella prossima stagione
si proverà nuovamente nella regia teatrale, intanto a fine
settembre debutta con un reading. '' E' un progetto che spero
abbia un futuro più lungo, ma per ora intanto è un reading ,
Hildekurt, al Teatro Fontana a Milano dal 25 al 28 settembre
dove l'intimo Giudizio Universale dello Scivias di Hildegard von
Bingen, monaca medievale, incontra i diari e la musica di Kurt
Cobain. Sono stata affascinata da questa abbinata, sono due
visionari a modo loro, due anime in fiamme''.
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