"Non ci saranno più le grandi
centrali nucleari. Quello è il nucleare di prima e seconda
generazione, è come se noi volessimo correre a Monza con con
l'auto dell'inizio del secolo scorso". Lo ha precisato il
ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto, stamani a Venezia.
Rispondendo ai giornalisti sulle prospettive del nucleare in
Italia, a margine del Venice Hydrogen Forum, Pichetto ha
sottolineato che "il futuro dell'Italia, come dei Paesi del
G7-G20, vede un'esplosione dei consumi di energia, che secondo
tutti gli analisti è destinata a raddoppiare al 2050. L'Italia
deve percorrere tutte le strade per produrre energia, però deve
rispettare l''emissione zero' al 2050, perché noi siamo ancora
un Paese che usa carbone, usa l'idroelettrico, che può crescere
ancora un po', l'eolico, che funziona quando c'è vento, il
fotovoltaico, che funziona quando c'è il sole e devono esserci
gli accumulatori. L'idrogeno può venire da subito anche con
l'importazione, ma l'energia pulita senza emissioni è l'energia
nucleare".
"Parlo - ha subito puntualizzato il ministro - di fissione di
quarta generazione, parlo dei piccoli reattori, parlo di ciò che
Microsoft, Google, Amazon, l'altro ieri hanno annunciato. Non
credo che ci sia un problema di localizzazione, perché sono
piccoli impianti e delle dimensioni molto ridotte. Io credo che
sarà una valutazione di acquisto da parte di consorzi di impresa
oppure di città, di soggetti pubblici, e lo Stato dovrà
regolamentare le regole di sicurezza del prodotto, delle
distanze. Ma non credo che sarà lo stati a farlo. È la stessa
cosa dei grandi impianti attuali di eolico. Sono le istanze che
poi vengono valutate su questo. In questo momento abbiamo un
mandato di ricerca e sperimentazione, stiamo procedendo con la
definizione del quadro giuridico, per tenerci al passo. Poi la
valutazione, che io credo verrà nel prossimo decennio. Nel Piano
nazionale integrato clima ho previsto l'utilizzo di energia da
piccoli reattori del 2065, quindi sarà in quel momento a farsi
la valutazione della sicurezza e della convivenza economica", ha
concluso.
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