Fortunato Ortombina non sarà solo
sovrintendente del teatro alla Scala dal primo marzo, ma anche
direttore artistico, mantenendo la doppia veste come i suoi
predecessori nonostante l'invito, al momento della nomina, da
parte del consiglio di scindere i due incarichi.
Il 28 ottobre per la prima volta si è presentato al consiglio
di amministrazione, durante una riunione fiume in cui è stato
esaminato anche del bilancio di revisione del teatro (a cui il
Comune ha deliberato lo scorso 15 ottobre di versare 4 milioni
di euro contro i 5 milioni 399 mila euro dello scorso anno). In
realtà Ortombina è stato presente solo alla parte in cui si è
parlato del futuro del teatro, alternandosi nella riunione con
il sovrintendente uscente Dominique Meyer che invece è stato
presente per le questioni che riguardano l'attualità.
Ortombina ha annunciato di avere scelto come coordinatore
della direzione artistica Paolo Gavazzeni, attuale
sovrintendente del festival di Macerata e direttore artistico
del canale tv Classica, con un passato alla Scala come
responsabile dei Servizi artistici e poi dell'Attività
quotidiana fra il 2002 e il 2012 e la direzione artistica
dell'Arena di Verona. Un coordinatore artistico appunto, non un
direttore.
Gavazzeni sostituirà André Comploi che ha comunicato al
teatro di avere accettato, dopo cinque anni, un incarico in
un'altra istituzione. Fra le conferme, invece, quella del
direttore della Comunicazione che sarà anche per i prossimi anni
Paolo Besana. Ancora da sciogliere invece il nodo del direttore
del ballo. Manuel Legris aveva annunciato l'intenzione di
lasciare alla scadenza del suo contratto a novembre del prossimo
anno. Una delle ipotesi (che comunque non trova d'accordo tutti
i ballerini) è che possa però rimanere almeno due stagioni, per
dare a Roberto Bolle il tempo di terminare i suoi impegni nei
teatri di mezzo mondo prima di arrivare alla guida del corpo di
ballo scaligero.
Per quanto riguarda il bilancio 2024, si conferma che
chiuderà in attivo anche se meno significativo dello scorso
anno, questo in parte per i minori contributi del Comune (che
comunque in un altra posta ha stanziato un milione 275mila euro
per la manutenzione straordinaria degli ascensori) e del
ministero della Cultura.
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