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Economia della bellezza, in Italia investono 732 aziende

Economia della bellezza, in Italia investono 732 aziende

Presentato il rapporto 2024 di Banca Ifis

VENEZIA, 30 ottobre 2024, 14:55

Redazione ANSA

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In Italia le imprese che investono in arte e cultura sono 732 in 18 regioni, si trovano prevalentemente in Lombardia (227), Veneto (123) ed Emilia Romagna (112) e fra queste ci sono 16 gruppi bancari.
    Complessivamente, realizzano ricavi per 192 miliardi e registrano una produttività superiore di 1,4 volte alla media, con un moltiplicatore che sale a tre per le banche.
    Sono alcuni dei dati resi noti oggi, a Mestre (Venezia), pubblicati nel rapporto 2024 di "Economia della Bellezza", studio di Banca Ifis che approfondisce la capacità delle imprese italiane di sviluppare progetti culturali e artistici e i loro impatti sulle performance.
    "Economia della Bellezza - ha sottolineato il presidente dell'istituto veneziano, Ernesto Fürstenberg Fassio - ha dimostrato con numeri e testimonianze concrete, di piccoli e grandi imprenditori del nostro paese, quanto sia vincente il binomio tra arte e cultura e attività d'impresa. Una unione che crea valore, economico e sociale, e che conferma il ruolo chiave della figura dell'imprenditore-mecenate per lo sviluppo virtuoso della collettività".
    Rispetto alla dimensione delle imprese impegnate in questo ambito, 8 su 10 registrano un fatturato inferiore ai 250 milioni e sono distribuite su più settori produttivi con moda, meccanica e agroalimentare ai primi posti. Il 52% di esse costruisce relazioni solide con territori e comunità, il 23% comunica con i propri stakeholder esterni, il 12% usa arte e cultura come strumenti di innovazione e di stimolo creativo e il 12% si è concentrato sul coinvolgimento dei dipendenti.
    Secondo i dati di Economia della Bellezza, inoltre, l'incremento della produttività dei gruppi bancari con progetti su arte e cultura è pari al 27% nel periodo 2018-2022, superiore al +8% registrato dal sistema bancario nel suo complesso, con prestazioni pari a oltre tre volte il ritmo medio annuo di crescita del settore e a circa due volte l'aumento della retribuzione.
   

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