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Procuratore Catanzaro, colpito locale di 'ndrangheta storico

Procuratore Catanzaro, colpito locale di 'ndrangheta storico

'Sopravvissuto a due cruente guerre e ad inchieste'

CATANZARO, 25 marzo 2025, 15:08

Redazione ANSA

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Un locale di 'ndrangheta "storico" quello che è stato colpito questa mattina dall'operazione denomina Blizzard-Folgore, "un locale - ha spiegato il procuratore di Catanzaro Salvatore Curcio incontrando i giornalisti - sopravvissuto a due cruente guerre di 'ndrangheta, già perseguito quando ancora non esisteva il reato di associazione mafiosa. Dopo la faida dei primi anni 2000 è stata stipulata una tregua che ancora regge".
    Nell'ordinanza della gip Arianna Roccia viene specificato che il locale si identifica con la cosca Arena la quale rappresenta, oggi, il risultato di una coesione, sviluppatasi negli anni, tra esponenti delle famiglie Arena (rami cicala e chitarra), Pullano, Gentile, Lentini e Tipaldi, a loro volta federatesi, anche mediante matrimoni e comparaggi, con le famiglie isolitane Nicoscia, Capicchiano, Manfredi e Corda.
    L'inchiesta è stata condotta col supporto della Procura di Trento e ha dimostrato - ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla - "la capacità del locale di Isola Capo Rizzuto di infiltrare il tessuto economico di Isola e di altre regioni, Trentino, Veneto e Lombardia, in cui si erano insediati i referenti delle cosche crotonesi".
    Il procuratore di Trento, Sandro Raimondi, ha spiegato come "la 'ndrangheta ormai è un fenomeno nazionale, fa finanza e riesce e reimpiegare profitti".
    Il colonnello del Ros Massimiliano D'Angelantonio, ha riferito come, nel corso di una serie di conversazioni intercettate, gli indagati "fanno riferimento a rituali di affiliazione e a seguire le regole della 'ndrangheta unitaria".
    I carabinieri hanno anche trovato, interrato in un campo, insieme ad alcune armi antiche (compreso un fucile risalente alla Seconda Guerra mondiale) "un foglio manoscritto con una formula rituale riconducibile al 1976". Allo stesso tempo la consorteria era protagonista di "iniziative imprenditoriali con complessi meccanismi di frode". Le conversazioni intercettate fanno riferimento a "una struttura di 'ndrangheta in Lombardia denominata, appunto, 'Lombardia'".
    Il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone Raffaele Giovinazzo, ha rimarcato l'importanza di perseguire "le linee di sviluppo economico della 'ndrangheta che si manifestano in regioni ricche in cui è facile confondersi con l'economia lecita". La provincia criminale di Crotone è "pienamente operativa e armata", ha detto Giovinazzo. Gli investigatori hanno rinvenuto "improvvisati poligoni di tiro a Isola, vicino al mare, per testare la mira degli affiliati con le pistole. Ma sono state rivenute anche armi da guerra".
    Il capo centro della Dia di Padova, Cosimo Mancini, ha spiegato come la consorteria usasse "società fittizie intestate a teste di legno che vantavano crediti fasulli nei confronti dell'Agenzia delle Entrate o dell'Inps, con grave danno per le casse dello Stato". In un caso una società "è stata ceduta senza passare dalle vie legali ma semplicemente vendendo per 30mila euro una chiavetta usb contenente i dati del prestanome e libri contabili del tutto artefatti".
   

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