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In evidenza
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In collaborazione con Sanità per il Veneto
"I dati riguardanti l'attività dei
Pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera universitaria di
Padova, che fissano al 61% la quantità di codici bianchi sul
totale degli accessi registrati nel 2024, dimostrano quanto
abbiamo denunciato puntualmente nelle scorse settimane su scala
regionale. E rappresentano un monito sulla necessità di mettere
mano al sistema".
Il giudizio è della capogruppo del Pd in Consiglio regionale,
Vanessa Camani.
"La tendenza di codici bianchi in Veneto, secondo le cifre
diffuse da Agenas, si attesta attorno al 55% (dati 2023) e
quindi il caso di Padova fa pensare ad una crescita che prosegue
inarrestabile. Un'anomalia che non trova riscontri nelle altre
regioni". L'esponente dem padovana ricorda che "mentre per i
codici verdi i cittadini non pagano, per quelli bianchi il costo
fisso è di 25 euro, salvo esenzioni, più il ticket per le
prestazioni specialistiche ambulatoriali eventualmente
prescritte a carico del cittadino. Non solo chiediamo
nuovamente, come avevamo fatto in sede di bilancio, di definire
spazi e percorsi differenziati per i codici bianchi e codici
verdi, al fine di limitare le congestioni dei reparti, ma anche
una revisione della disciplina dell'assegnazione dei colori in
fase di dimissione".
"Sul fronte degli indispensabili correttivi, il Pd - spiega
Camani - ha depositato una mozione che impegna la Giunta
regionale ad agire su più fronti. A partire dal mettere in campo
maggiori investimenti per il personale, sempre più in sofferenza
per l'enorme numero di accessi cui si aggiungono le aggressioni
quasi quotidiane. L'altro tassello mancante è quello dei medici
di famiglia, che svolgono un'indispensabile funzione di filtro e
contenimento degli accessi al Pronto Soccorso. Proprio in queste
ore Gimbe ha quantificato in 785 il numero di medici di medicina
generale mancanti in Veneto. Col risultato che, nonostante
l'aumento del massimale degli assistiti e l'impegno dei
professionisti, migliaia di cittadini faticano ad accedere a
questo insostituibile servizio e sono così costretti a
rivolgersi all'emergenza-urgenza".
In collaborazione con Sanità per il Veneto
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