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Responsabilità editoriale di ASviS
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Il 2024 è stato un anno tumultuoso per molte città del mondo. Alluvioni, ondate di calore e conflitti hanno registrato livelli record e non sempre i centri urbani sono state in grado di reagire efficacemente. Il World resources institute (Wri) in un recente articolo firmato da Rogier van den Berg, direttore globale per la divisione Sustainable cities, ha provato a rispondere a una domanda che attanaglia molti sindaci in ogni parte del mondo: cosa significa costruire città sostenibili?
Un recente sondaggio di Eurocities su quasi 100 sindaci ha dimostrato che il 67% dei primi cittadini danno priorità all'azione per il clima; il 31% all'inclusione sociale e all'equità; il 30% all'edilizia abitativa a prezzi accessibili. Durante il World urban forum dello scorso novembre al Cairo, la direttrice esecutiva di UN-Habitat, Anacláudia Rossbach, ha denunciato un problema spinoso: più di un un miliardo di persone non ha accesso a servizi e alloggi a prezzi accessibili. Entro il 2050 2,5 miliardi di persone in più vivranno nelle città e, senza un adeguato piano di alloggi e servizi, il fenomeno potrebbe esplodere, con la proliferazione nelle aree più povere di insediamenti informali e alloggi a basso reddito. Senza risolvere il problema dell'accesso agli alloggi e ai servizi sarà impossibile raggiungere gli obiettivi di sviluppo economico e climatico locali e nazionali.
Priorità alla sicurezza e alla salute delle persone
Gli eventi meteorologici estremi continuano a devastare molte città. A maggio 2024 lo stato brasiliano di Rio Grande do Sul ha subito un'inondazione disastrosa che ha coinvolto oltre due milioni di persone, con 172 vittime e 80mila persone finite in alloggi di fortuna. Nello stesso periodo, il Kenya e altre aree dell'Africa orientale hanno subito disastri simili. Accanto alle inondazioni c'è il problema del caldo. Un'ondata record di calore in India ha coinvolto milioni di persone e intere economie urbane. I distretti di Delhi hanno raggiunto quasi 50°C e circa l'80% della popolazione indiana è stata esposta a stress termico forte o molto forte per più di sei ore nei primi quindici giorni di aprile. Persino l'aria condizionata ha fatto fatica a reggere in tali circostanze. Inoltre, il caldo estremo ha reso l'inquinamento atmosferico più mortale del solito. Ciò nonostante, sono ancora troppo poche le città che dispongono di strategie di adattamento.
Le soluzioni basate sulla natura (NbS) hanno un ruolo chiave da svolgere. Ad esempio, i ricercatori del Wri hanno calcolato che un investimento di 5,2 milioni di dollari in NbS per il bacino idrografico di Bogotà, in Colombia, potrebbe fornire 42 milioni di dollari di benefici per l'approvvigionamento idrico della città. Alla conferenza sulla biodiversità delle Nazioni Unite tenutasi quest'anno a Cali, città e organizzazioni cittadine hanno concentrato le discussioni su come costruire la resilienza climatica implementando la natura nelle aree urbane.
La mobilità sarà l'area di maggiore crescita tra le infrastrutture urbane entro il 2050. Dopo la Cina, l'India è il Paese con l’incremento previsto maggiore: la sua rete metropolitana è destinata a essere tra le più grandi al mondo. Lo sviluppo basato sui trasporti pubblici è un esempio di come garantire l'accesso al maggior numero possibile di persone, con una quantità ridotta di emissioni, stimolando contemporaneamente lo sviluppo economico. Un aumento dei finanziamenti per il settore dei trasporti è dunque necessario, ma i decisori politici non sembrano andare in questa direzione: osservando il panorama dei finanziamenti climatici per i trasporti, il 72% degli investimenti “low carbon” riguarda i trasporti privati su strada. Eppure la maggior parte della popolazione urbana nelle economie in via di sviluppo cammina o dipende dai trasporti pubblici.
Un cambiamento dal basso
In un panorama simile, l'agenda sul clima è sotto pressione. Il Wri chiede di puntare sul coordinamento tra governi locali e nazionali. La ricerca della Coalition for Urban Transitions mostra che, a livello globale, le città hanno la capacità di raggiungere da sole appena un terzo del loro potenziale di riduzione delle emissioni. La quota restante può essere raggiunta solo lavorando insieme ai governi nazionali. Per garantire che i centri urbani ottengano risorse sufficienti, la trasformazione urbana dovrà essere riformulata in base alle agende nazionali e locali. “Il cambiamento avverrà dal basso”, conclude l’analisi del Wri, “e le città saranno il tassello mancante di molti puzzle che porteranno a cambiamenti positivi per le persone, la natura e il clima”.
di Tommaso Tautonico
Copertina: Pexels
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