La stato italiano potrebbe arrivare
al 10% del capitale della società del nucleare Newcleo,
attraverso un investimento di 200 milioni di euro. Lo spiegano
all'ANSA fonti vicine al dossier.
Newcleo è una società non quotata a capitale al 90% italiano,
fondata nel 2021 da tre italiani: l'ex ricercatore del Cern e
imprenditore Stefano Buono, la manager finanziaria Elisabeth
Rizzotto e lo scienziato nucleare Luciano Cinotti. La sede della
società è a Parigi, e ci sono sedi e centri di ricerca a Torino,
Lione, Londra, Genova e Roma.
All'ultimo bilancio, il capitale raccolto era 537 milioni di
euro. L'investimento da 200 milioni dello stato italiano
avverrebbe all'interno di un aumento di capitale più ampio.
I dipendenti sono 1.100, 400 dei quali in Italia, e l'ultimo
fatturato è stato di 50 milioni di euro. Gli azionisti sono
circa 700, nessuno con più del 10% del capitale. Fra di loro ci
sono Malacalza, Azimut, Inarcassa. Nei piani dell'azienda c'è
anche la quotazione in Borsa.
La società ha stretto accordi operativi con Danieli, Saipem,
Maire e Fincantieri. Newcleo fa ricerca in Italia insieme
all'Enea al centro del Brasimone. Di recente ha acquisito due
strutture produttive: il gruppo Srs-Fucina in Italia
(progettazione e componentistica) e la società franco-svizzera
Rutschi (pompe nucleari).
Newcleo punta a costruire al 2031 il suo primo "advanced
modular reactor" sperimentale: un piccolo reattore modulare di
4a generazione, raffreddato a piombo liquido e alimentato con le
scorie dei reattori tradizionali. Nel 2033 conta di costruire il
primo impianto commerciale. La società ha già un accordo con la
Slovacchia per realizzare 4 reattori.
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