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ANSAcom - In collaborazione con ANCC-COOP
La vita al risparmio. È quella che scelgono gli italiani secondo il 'Rapporto Coop 2024-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani', la cui anteprima digitale è stata presentata a Milano.
I consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 rispetto al 2019), ma sono ostaggio delle spese obbligate che limitano gli spazi discrezionali delle famiglie.
La parola chiave con cui gli italiani si approcciano ai consumi è quindi il risparmio, il primo criterio di scelta negli acquisti, (lo dice il 75% del campione). Questo sia che si tratti di riempire l'armadio sia di scegliere un'auto, peraltro sempre più frequentemente usata, tanto che sono 15 milioni gli italiani che hanno rinunciato all'acquisto dell'auto nuova nel 2024. Mentre rimane un miraggio la casa di proprietà (-2,1% le compravendite nel corso di quest'anno). Anche i prodotti tecnologici a partire dallo smartphone, hanno perso buona parte della loro attrattività e le vendite a volume nell'ultimo anno scendono di oltre il 6%. E proprio lo smartphone con i suoi accessori, insieme alle tv e ai pc registrano cali significativi (mentre crescono prodotti tech per la cucina e il beauty).
Sostanzialmente, spiega il rapporto, una vita dove l'essenziale diventa centrale, il superfluo viene drasticamente ridotto.
"Sul versante dei consumi è indubitabile come la leva del risparmio si consolidi come primaria - spiega Maura Latini, presidente Coop Italia - e la tutela del potere d'acquisto soprattutto delle famiglie più in difficoltà è la rilevante ragion d'essere delle cooperative di consumatori".
Tra i comportamenti emergenti c'è quello di riparare oggetti piuttosto che sostituirli (il 26% con maggiore frequenza in prospettiva) e il ricorso ai prodotti di seconda mano (nelle prossime intenzioni di acquisto dichiarate dal 24%). Il Rapporto Coop infine evidenzia come gli italiani mantengono il loro tenore di vita con un overworking che li ha già costretti nel 2023, per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni fa, a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più).
ANSAcom - In collaborazione con ANCC-COOP
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